Ma quale ripresina, in 6 mesi hanno chiuso i battenti altri 20mila negozi
Nessuna ripresa, le promesse di Renzi sono state un bluff, lo scossone economico non c’è stato e ora se ne stanno rendendo conto tutti. Le cifre cancellano ogni equivoco. Nei primi sei mesi il saldo tra chiusure e aperture nel commercio è stato negativo di oltre ventimila imprese, un bilancio peggiore per 6.431 attività in meno rispetto a quello registrato nel 2013, “anno nero” per il settore (-13.813). Lo rileva Osservatorio sul commercio della Confesercenti che a fronte di tale «fotografia drammatica», plaude all’iniziativa della provincia di Bolzano che «in controtendenza», punta a garantire i servizi di vicinato nelle aree che ne sono sprovviste, dalle periferie alle zone rurali, pagando un contributo una tantum per incentivare l’apertura di questa tipologia di strutture commerciali. «La crisi ha decimato le imprese ed affossato i consumi delle famiglie: le piccole attività commerciali scontano duramente la crisi del mercato interno italiano, travolte dal vortice delle chiusure che ha causato la perdita di migliaia di posti di lavoro», sottolinea la Confesercenti. I negozi di prossimità – prosegue – rappresentano un valore aggiunto non solo economico, ma anche e soprattutto culturale e sociale per i nostri centri urbani e vanno perciò salvaguardati. «Purtroppo, dobbiamo constatare che questa filosofia di tutela del piccolo commercio trova un riscontro positivo troppo limitato solo nella città di Bolzano – conclude – mentre, in generale, dalla politica e dalle istituzioni in questi ultimi anni sono arrivati provvedimenti volti di fatto a favorire solo altre tipologie di distribuzione commerciale».