Galan resta in carcere, lo ha deciso il tribunale del Riesame di Venezia
Giancarlo Galan resta in carcere per le accuse di corruzione nell’inchiesta Mose. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Venezia dopo quattro ore di camera di consiglio. I giudici hanno respinto le richieste della difesa dell’ex governatore, che chiedeva la scarcerazione o in subordine i domiciliari. La ‘mossa’ della difesa di Giancarlo Galan che ha ipotizzato la competenza del Tribunale dei ministri per i fatti dell’inchiesta Mose addebitategli dopo il 2010 (il politico di FI divenne componente del Governo) è stata respinta dai giudici del Tribunale del riesame di Venezia. I giudici si sono riservati di motivare questa decisione – la richiesta era stata avanzato ieri in udienza dagli avvocati Niccolò Ghedini e Antonio Franchini – nel complesso del dispositivo che conferma il carcere per Galan. Per quanto riguarda i reati ascritti a Galan, sono stati riconosciuti in toto dal Riesame quelli che la Procura ha ricostruito dopo il 22 luglio 2008. Tra questi, rientrano una serie di dazioni, tra cui quelle effettuate dal Consorzio Venezia Nuova, allora guidato da Mazzacurati, ma anche altri presunti illeciti legati a finanziamenti e lavori nella sua villa di Cinto Euganeo (Padova) fatti dalla Sacaim, emersi proprio durante il riesame. Galan – secondo quanto si è appreso – ha visto l’avv. Franchini stamane nel carcere di Opera e con lui ha atteso l’esito del Riesame.