Elsa Fornero non ha rimpianti ma con Monti il feeling è finito: io sola e derisa, lui faceva campagna elettorale
Che fine ha fatto Elsa Fornero? Come se la passa? Si sveglia presto, insegna, fa ricerca e pensa e ripensa alla sua avventura governativa di ministro più impopolare degli ultimi anni. Però lei non è pentita di nulla, e poi è convinta di avere reso al Paese un grande servizio consentendole di restare in Europa (“Me lo ha riconosciuto Enrico Letta”, confessa). Lo si evince dall’ultima intervista rilasciata al Fatto, nella quale però l’ex ministro del Lavoro si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa. Nei confronti di Mario Monti ma non solo, accusando ipocrisia anche certi leader sindacali come Luigi Angeletti (Uil), che in privato le davano ragione e in pubblico la attaccavano. “Mi hanno deriso anche in Patagonia”, recrimina Fornero e aggiunge: “Io sanguinavo come San Sebastiano, mi colpivano ovunque, e dovevo stare zitta, mentre Mario Monti faceva campagna elettorale”. Quindi spiega che le ormai famosissime lacrime sgorgate in conferenza stampa mentre pronunciava la parola “sacrifici” furono causate dal pensiero dei suoi genitori. Insomma Elsa Fornero si vanta di quella che definisce la “solitudine di un tecnico” opposta al “cinismo” dei politici. Anche adesso, si difende, vogliono maggiore flessibilità ma non ci sono critiche, mentre sul suo capo piovve di tutto quando fu lei a modificare l’articolo 18. Un solo rimpianto, in definitiva: non aver dato retta a una sua amica che, saputo dell’offerta di un ministero da parte di Mario Monti, commentò così: “Finirai stritolata”.