Riforme, approvato il testo dalla Commissione. Lunedì l’approdo nell’Aula del Senato. Ma che fatica!

10 Lug 2014 19:58 - di Mariano Folgori

Alla fine la “quadra” sulla riforma del Senato è stata trovata, ma che fatica! La Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha approvato il testo del ddl Boschi dopo una giornata convulsa di trattative e dopo che Calderoli, correlatore al disegno di legge costituzionale,  aveva ritirato la firma agli emendamenti, minacciando fuoco e fiamme al passaggio in Aula. Il testo licenziato dalla Commissione presieduta da Anna Finocchiaro (e che approderà lunedì in Aula) recepisce le modifiche relative alla elezione (indiretta) dei senatori da parte dei Consigli regionali, modifiche  richieste in modo pressante dai rappresentanti di Lega e Ncd.  La nuova formulazione garantisce il criterio della  proporzionalità e quindi non penalizza le forze minori, come invece sembrava nella precedente formulazione. Ma, per arrivare a tale soluzione, c’è voluto l’impegno diretto del ministro Elena Boschi, che si è incontrata con i capigruppo  di FI e Pd, Paolo Romani e Luigi Zanda, nonché con  Gaetano Quagliariello e Andrea Augello di Ncd.

Acque agitate, nella stessa giornata, anche all’interno dei gruppi parlamentari del partiti maggiori. Ventidue senatori di FI, tra cui Augusto Minzolini e Cinzia Bronfrisco, hanno chiesto il rinvio della discussione in aula a dopo l’incontro dei gruppi di Forza Italia con Berlusconi. Un lungo faccia a faccia si è svolto in tal senso  tra Denis Verdini, “ambasciatore” di Silvio Berlusconi sulle riforme e Cinzia Bonfrisco. L’incontro, a quanto si apprende è stato franco e non privo di tensione anche se Verdini, al termine del colloquio nega qualsiasi momento di scontro, dicendosi certo che, alla fine, sul voto non ci sarà alcuna dissidenza, nel rispetto «della libertà di opinione» di ciascun esponente.  Sul tema è intervenuto anche Altero Matteoli: «Martedì (alla riunione prevista con Silvio Berlusconi n.dr.) voteremo e vedrete che non ci saranno 23 senatori contrari. Non abbiamo paura di contarci». «Sulle riforme ci si deve stare», ha concluso il parlamentare. Per quanto rugurda il Pd, il dissidente Vannino Chiti non ha mancato di far sentire nuovamente la sua voce critica: «Io alleato di Malan sulla riforma del Senato? Lo spero. Vorrei ricordare che le riforme come questa devono esser fatte con la testa e non solo con l’orologio…». Il riferimento polemico è a Renzi, che vorebbe incontrare i leader europei nel vertice del 16 luglio con il testo della riforma già bell’e approvato dal Senato. 

 

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