Raid di Israele su Gaza: nove morti. Tre arrestati confessano l’omicidio del sedicenne palestinese. Netanyahu: sono scioccato

7 Lug 2014 11:56 - di Redazione

Notte di raid israeliani su Gaza. Complessivamente sono rimasti uccisi nove miliziani palestinesi: sette del braccio armato di Hamas, e due di al-Fatah. I loro funerali avranno luogo, separatamente, a Rafah e nel campo profughi di el-Bureij. Hamas accusa Israele di aver innescato la spirale di violenza. «La Resistenza è pronta a tutto», ha avvertito un portavoce. I miliziani di Ezzedin al-Qassam (il braccio armato di Hamas) hanno trovato la morte in una deflagrazione avvenuta in un tunnel scavato nei pressi dell’ex aeroporto di Gaza, all’estremità meridionale della Striscia. La zona è stata isolata dalle forze di sicurezza. Sulle circostanze dell’esplosione esistono versioni diverse. Fonti locali affermano che il tunnel è stato colpito dall’aviazione di Israele. In Israele i mass media sostengono invece che la deflagrazione è stata provocata da esplosivi che erano stivati al suo interno. I due miliziani uccisi ad al-Bureij sono stati colpiti da un drone mentre, secondo fonti israeliane, si accingevano a lanciare razzi verso Israele. Nella Striscia la popolazione – che cerca di celebrare il digiuno del Ramadan malgrado l’atmosfera di emergenza – ha passato una notte insonne per i continui raid dell’aviazione israeliana. Fonti mediche locali stimano che una decina di persone siano rimaste ferite.  Situazione tesa anche sulle alture del Golan: un colpo di mortaio ha colpito il territorio controllato da Israele e i soldati  israeliani hanno risposto al fuoco. Non si spengono, intanto, le tensioni per la morte del giovane palestinese. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso nel corso di una telefonata a Hussein Abu Khdeir, padre di Mohammed il ragazzo ucciso, «lo shock dei cittadini israeliani e mio per il terribile omicidio di suo figlio». «L’assassinio di suo figlio è spregevole e inaccettabile per ogni persona. Ci siamo mossi immediatamente – ha detto ancora il premier – per trovare i colpevoli che saranno portati in giudizio e perseguiti a pieno peso dalla legge. Respingiamo – ha aggiunto Netanyahu – ogni comportamento violento».  La telefonata è avvenuta all’indomani dell’arresto di sei estremisti accusati dell’efferato delitto. Secondo i giornali Haaretz e Ynet tre dei sospetti avrebbero confessato il delitto. I tre avrebbero anche ricostruito, passo dopo passo, la dinamica dell’omicidio.

 

 

 

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