Operazione “Caro nipote”, sgomitata una gang sinti che truffava i vecchietti di mezza Europa

22 Lug 2014 14:56 - di Antonella Ambrosioni

Speculare sula debolezza degli altri è grave ma su quella degli anziani lo è ancora di più. E non erano in pochi ad approfittare di loro, stando alle dimensioni della banda internazionale “specializzata” nel raggiro degli anziani  sgominata dai carabinieri di Novara. Il bilancio della maxi operazione è di 32 misure di custodia cautelare in carcere, eseguite in tutta Italia e all’estero, e di ben 71 indagati. A Novara c’era la “mente” dell’organizzazione criminale che ha messo a segno una cinquantina di truffe in tutta la Liguria di cui una trentina a Genova. La gang sinti di origine polacca è stata sgominata nell’ambito di una maxi inchiesta condotta dalla Procura di Novara denominata “caro nipote” e ha visto decapitare una delle più importanti organizzazioni criminali che mettevano a segno truffe agli anziani in tutto il Nord Italia ma anche in Austria, Germania, Svizzera, Svezia e Stati Uniti.  Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e al furto in abitazione con l’aggravante della transnazionalità. E’ stato anche disposto il sequestro di beni per oltre un milione di euro.

La piaga aveva preso piede da un bel po’: quale bersaglio migliore dei vecchietti, spesso soli e quindi “accoglienti” e disponibili quando si tratta di scambiare due parole con qualcuno e spesso della situazione psicologica di credere a qualcosa per sopravvivere. Insomma la situazione ideale per “infinocchiarli”: è vergognoso ma facile in una paese che invecchia ma dove le strutture pubbliche sono inadeguate ad accollarsi una problematica così diffusa e costosa, il fardello degli anziani ricade sulle famiglie, quando ci sono, e quando non ci sono schiere di utrasettantenni diventano facile preda di predatori che che adottano “tecniche” consolidate. Ben vestiti, fare cordiale, soprattutto le donne che per recitare fino in fondo la parte da bravi ragazzi in difficoltà si portano dietro il figlio. Le vittime, gli anziani da truffare, le selezionano al momento, per strada. Non c´è bisogno di pedinarli o di origliare i loro discorsi, non ne hanno bisogno: sanno scegliere il momento per intervenire, le frasi da dire, il tono da usare. Portano via  gioielli e contanti. L´anziano di suo è diffidente, ma se lo prendi sprovvista, racconta un inquirente, all’uscita dalla banca, sovrappensiero, con le borse della spesa in mano, allora la spunti. «Abbiamo comprato casa al piano di sotto, ma c’è una macchia d´umidità in bagno, possiamo?». Entrano ed è fatta. Spesso bastano un cappellino e un tesserino e si diventa operai o guardie. O tutti e due, in coppia: il tecnico del gas bussa per un controllo, lascia socchiuso e il finto poliziotto sottrae un soprammobile, poi bussa con la scusa del ladro acchiappato ed entra, fruga, ruba.

Una situazione su cui lancia l’allarme procuratore di Novara, Francesco Saluzzo, a margine della presentazione dei risultati dell’operazione “caro nipote”. «Alla magistratura e alle forze dell’ordine si chiede di reprimere i crimini, sempre più numerosi, ma l’impianto normativo va in direzione contraria, ha detto chiedendo che venga «rivista la politica dello Stato in materia criminale. «Purtroppo – aggiunge – le persone arrestate con questa brillante operazione potranno tornare in libertà molto presto e ricominciare così a delinquere come se nulla fosse. Le pene sono sproporzionate per difetto».

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