Nonostante l’ottimismo del premier, cresce ancora la disoccupazione e resta vuoto il carrello della spesa
Sul fronte dell’economia ogni giorno porta la sua pena. Dopo i dati negativi sul Pil e la incombente deflazione, l’Istat rileva una ulteriore crescita della disoccupazione (ormai al 12,5% su base annua). Aumenta, in particolare, quella giovanile (a maggio si registra il 43% per i giovani tra i 15 e i 24 anni) e quella femminile, che si attesta al 13,8%, il livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensili, ossia da gennaio 2004. Complessivamente i disoccupati hanno raggiunto quota 3 milioni e 222 mila a maggio, 127 mila in più rispetto allo stesso mese del 2013. Insomma, il sistema Italia, al di là delle prediche ottimistiche di Renzi e compagni, continua ad arrancare. Secondo l’Istat le speranze di crescita, anche per quest’anno, sono ridotte al lumicino. Pesano incertezza e condizioni difficili sul mercato del credito. La situazione potrebbe migliorare se le misure finalizzate a una iniezione di liquidità, annunciate dalla Bce, si dovessero tradurre in una maggiore spesa in beni capitali. Il condizionale, però, è d’obbligo, dal momento che a rendere il quadro più fosco è il dato sull’inflazione. A giugno l’inflazione ha rallentato ulteriormente, toccando il livello più basso da quasi cinque anni. Questo incide sui prezzi che continuano a restare fermi, a fronte di una sensibile contrazione dei consumi. Insomma il tanto decantato, e sfruttato elettoralmente, bonus di 80 euro è servito per pagare bollette e tasse, non certo per riempire il cosiddetto “carrello della spesa” (alimentari, prodotti per la cura della persona e della casa).
Il crollo è stato vistoso soprattutto nei generi alimentari e nelle spese per le comunicazioni. Insomma, aumenta a ritmi impressionanti il disagio delle famiglie e si allarga a dismisura la piaga della disoccupazione. Si tratta si dati sconfortanti che fanno dire alla Camusso che «nella politica economica del governo Renzi quello che non sta funzionando è che non si interviene nella creazione di lavoro». Per la segretaria generale della Cgil il 2014 rischia di essere un anno “pesantissimo per l’occupazione: un anno in cui intere aree del Paese si sentono abbandonate, come il Mezzogiorno». Come se non bastasse, è intanto iniziato il balletto delle cifre che mancano per coprire la Cassa integrazione. Secondo il ministro Poletti per la Cig in deroga manca un miliardo. Per i sindacati molto di più. In effetti molti lavoratori ancora non ricevono i pagamenti dell’anno scorso. E nessuno sa dire se e quando li percepiranno.