Migliorano fiducia nelle imprese e commercio, ma crisi e maltempo mettono in ginocchio gli agricoltori

28 Lug 2014 13:32 - di Valerio Pugi

La fiducia delle imprese a luglio segna un nuovo rialzo, secondo l’indagine dell’Istat, raggiungendo 90,9 punti dagli 88,2 di giugno. Un livello così alto non si registrava dall’agosto 2011. In particolare, l’indice aumenta per le imprese dei servizi di mercato, costruzioni e commercio ma è in lieve diminuzione per le imprese manifatturiere. Per l’industria la fiducia cala a 99,7 dal 99,9 di giugno. Migliorano le attese di produzione, ma peggiorano i giudizi sugli ordini e rimane stabile il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino. Tra i raggruppamenti di imprese manifatturiere aumenta l’indice per i beni di consumo e peggiora per i beni intermedi e strumentali. Nelle costruzioni la fiducia sale a 83,2 da 81,6 e migliorano le attese sull’occupazione mentre peggiorano i giudizi su ordini e piani di costruzione. Per i servizi l’indice aumenta a 92,5 da 88,1 e per il commercio a 101,8 da 101,4.
Migliora anche la fiducia del commercio al dettaglio che torna a luglio al livello più alto da oltre tre anni (aprile 2011). L’Istat segnala una tenuta sia nella grande distribuzione che in quella tradizionale. Sono in aumento i giudizi sulle vendite ma calano le attese per il futuro. Si ridimensionano, inoltre, le giacenze di magazzino. Anche per i servizi la fiducia è al top da tre anni (luglio 2011) e meno imprese percepiscono ostacoli alla produzione: sono il 61% nel secondo trimestre contro il 62% del primo. Tra i motivi dell’impedimento pesa in misura sempre maggiore l’insufficienza della domanda (59% rispetto al 51% del trimestre precedente), mentre sono stabili al 27% i vincoli finanziari e in calo gli altri motivi.
«In controtendenza all’andamento generale, la fiducia cala solo per le imprese agricole per l’effetto congiunto della crisi e del maltempo che ha ridotto i consumi a tavola e tagliato i prezzi pagati agli agricoltori fino al 50% per frutta e verdura estiva rispetto allo scorso anno», rileva la Coldiretti, secondo cui «l’umore nero” degli agricoltori è legato al maltempo dei mesi estivi caratterizzato da temporali, bombe d’acqua e grandine sulle coltivazioni prossime alla raccolta con effetti anche sull’occupazione stagionale; ai prezzi all’origine in calo per tutte le principali produzioni, dal grano al vino; e alla diminuzione dei consumi di frutta e verdura dovuta proprio alla stagione piovosa». Per dare maggiore soddisfazione a chi produce la frutta, rilanciare i consumi di più alta qualità e far ripartire mercato e prezzi negli ultimi 60 giorni di campagna, Coldiretti sostiene la richiesta che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, ha avanzato alla Commissione Ue per utilizzare quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica), con un intervento straordinario per la frutta estiva (pesche e nettarine, angurie, meloni, ecc.) che riguardi le organizzazioni ortofrutticole.

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