Libia, gli islamisti occupano una caserma delle forze speciali a Bengasi. Prosegue l’esodo dei diplomatici dal Paese

30 Lug 2014 13:27 - di Giovanni Trotta

La Libia non ha più conosciuto la pace dalla fine di Gheddafi. Il quartier generale delle Forze speciali dell’esercito libico, principale base militare di Bengasi, è caduta poche ore fa in mano dei gruppi islamisti, dopo diversi giorni di sanguinosi combattimenti. Il cosiddetto Consiglio della Shura dei rivoluzionari di Bengasi, un’alleanza di gruppi islamisti e jihadisti, ha annunciato in un comunicato di aver preso il controllo della base. Notizia confermata dall’esercito regolare, o almeno da quel che ne rimane. Le drammatiche testimonianze confermano l’emergenza: «Da diversi giorni ci sono bombardamenti e combattimenti. Un aereo militare si è schiantato. È diventato sempre più pericoloso spostarsi. Si vive nella paura e nel caos totale. Qui le infermiere filippine sono decise ad andarsene e il fatto che tutti gli stranieri si stiano organizzando per lasciare la Libia è un segnale bruttissimo», ha detto infatti alla Misna padre Amado Baranquel, contattato a Bengasi, da settimane teatro di un conflitto armato tra il generale dissidente Khalifa Haftar – sostenuto da una parte delle forze regolari – e gruppi radicali, tra cui i miliziani islamisti di Ansar Al Sharia. Da sabato scorso a Bengasi è in corso un’offensiva dei gruppi armati contro una base militare dell’unità delle Forze speciali dell’esercito, nei pressi del centro. «La gente è rintanata dentro casa e in alcuni quartieri non c’è elettricità» aggiunge l’interlocutore dell’agenzia Misna, raccontando di una situazione insostenibile e fuori controllo, una «vera giungla» nella quale a comandare sono «innumerevoli gruppi che dettano legge». Nelle ultime ore scontri e raid aerei hanno causato almeno 30 morti nella seconda città della Libia, dove l’aereo militare coinvolto nell’operazione si è schiantato dopo aver colpito posizioni ribelli.
Intanto prosegue la fuga non solo della popolazione ma anche dei diplomatici stranieri dal Paese. L’Egitto ha raddoppiato il proprio personale dislocato sui confini tra Libia e Tunisia per aiutare gli egiziani a lasciare il Paese a causa dei combattimenti in alcune città. Lo riferisce l’agenzia statale Mena citando il portavoce del ministero degli Esteri del Cairo. Il personale del dicastero, con autobus, avvierà gli egiziani in fuga verso l’aeroporto di Djerba da cui possono raggiungere l’Egitto (evitando l’attraversamento del Paese via terra). Il ministero ha rinnovato la propria esortazione a lasciare le città teatro di scontri. Nelle ultime ore anche la Francia, dopo altri Paesi occidentali, ha evacuato dalla Libia un gruppo di cittadini francesi e britannici, via nave. Lo ha riferito il portavoce del governo di Parigi, Stephane Le Foll, al termine del Consiglio dei ministri settimanale, senza precisare il numero di persone coinvolte. Tra i francesi evacuati dalla Libia, secondo fonti diplomatiche transalpine, c’è anche l’ambasciatore di Francia a Tripoli. «Tenuto conto della situazione di sicurezza, i locali occupati dalla nostra ambasciata sono temporaneamente chiusi», ha confermato all’Afp il portavoce aggiunto del ministero degli Esteri, Vincent Floreani.

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