Imprese senza credito, Crosetto: «Le banche rispondano dei danni causati dai loro errori»
Negli ultimi anni sono rimasti nei forzieri delle banche circa 90 miliardi prima destinati al credito per le imprese. Tra Stato che non onora i debiti e banche che non concedono finanziamenti, la situazione di tante piccole e medie aziende continua a essere drammatica. La Banca d’Italia ha stimato che il calo del credito alle imprese è su base annua di circa il 5 per cento. Sono tutte risorse in meno, non solo per le aziende, ma per l’intero ciclo economico, perché vogliono dire meno investimenti e meno assunzioni. Non è una fatalità dovuta ai vincoli finanziari europei, perché mai come in questo momento la liquidità garantita dalla Bce è a buon mercato. Si tratta in realtà di un vizio del nostro sistema bancario, delle sue incrostazioni e di certi cattivi modelli di gestione ancora imperanti. La politica non può rimanere a guardare. Occorre una scossa. Come quella proposta da Guido Crosetto. «Mentre tutti parlano di crisi e di rilancio dell’economia – afferma il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale – il sistema bancario italiano continua a condannare alla chiusura migliaia di aziende sane e con andamenti positivi negando loro denaro che pagano lo 0,15% dalla Bce». Le esortazioni non bastano più, occorre varare misure concrete e incisive. «È necessario qualcosa in più della moral suasion o degli inviti fatti dai vari governi», insiste Crosetto. «Per questo Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è al lavoro per costruire uno strumento legislativo che responsabilizzi e obblighi gli istituti di credito a svolgere con coscienza e competenza il loro lavoro, senza nascondersi dietro parametri di cui nemmeno conoscono il significato. La vita di troppi imprenditori e dipendenti è nelle mani di funzionari senza intelligenza e volontà di approfondire i dati degli andamenti aziendali e che, con decisioni da burocrati, uccidono aziende anche sane». «Per questo – conclude – serve creare i presupposti legislativi perché, in questo caso, la banca possa essere chiamata in causa per i danni causati dalle sue scelte sbagliate e fuori dalla realtà».