Imprese senza credito, Crosetto: «Le banche rispondano dei danni causati dai loro errori»

12 Lug 2014 15:55 - di Mariano Folgori

Negli ultimi anni sono rimasti nei forzieri delle banche circa 90 miliardi prima destinati al credito per le imprese. Tra Stato che non onora i debiti e banche che non concedono finanziamenti, la situazione di tante piccole e medie aziende continua a essere drammatica. La Banca d’Italia ha stimato che il calo del credito alle imprese è su base annua di circa il 5 per cento. Sono tutte risorse in meno, non solo per le aziende,  ma per l’intero ciclo economico, perché vogliono dire meno investimenti e meno assunzioni. Non è una fatalità dovuta ai vincoli finanziari europei, perché mai come in questo momento la liquidità garantita dalla Bce è a buon mercato. Si tratta in realtà di un vizio del nostro sistema bancario, delle sue incrostazioni e di certi cattivi modelli di gestione ancora imperanti. La politica non può rimanere a guardare. Occorre una scossa. Come quella proposta da Guido Crosetto. «Mentre tutti parlano di crisi e di rilancio dell’economia – afferma il coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale – il sistema bancario italiano continua a condannare alla chiusura migliaia di aziende sane e con andamenti positivi negando loro denaro che pagano lo 0,15% dalla Bce». Le esortazioni non bastano più, occorre varare misure concrete e incisive.  «È necessario qualcosa in più della moral suasion o degli inviti fatti dai vari governi», insiste Crosetto. «Per questo Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale è al lavoro per costruire uno strumento legislativo che responsabilizzi e obblighi gli istituti di credito a svolgere con coscienza e competenza il loro lavoro, senza nascondersi dietro parametri di cui nemmeno conoscono il significato. La vita di troppi imprenditori e dipendenti è nelle mani di funzionari senza intelligenza e volontà di approfondire i dati degli andamenti aziendali e che, con decisioni da burocrati, uccidono aziende anche sane». «Per questo – conclude – serve creare i presupposti legislativi perché, in questo caso, la banca possa essere chiamata in causa per i danni causati dalle sue scelte sbagliate e fuori dalla realtà».

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