Il “Washington Post” contro Obama: incapace di gestire le crisi internazionali
Barack Obama per il suo immobilismo suscita le dure critiche del Washington Post che, in un editoriale firmato da Charles Krauthammer, accusa l’inquilino della Casa Bianca di essere un leader assente. E assente, per di più, su due questioni internazionali che stanno tenendo il mondo con il fiato sospeso: la crisi ucraina e i bombardamenti su Gaza.Ma c’è anche il pericolo del fondamentalismo a Baghdad: altro tema quasi ignorato da Obama anche se è di oggi la notizia che gli Usa avvieranno un’inchiesta per verificare se gli estremisti dell’Isis abbiano acquisito tecnologie missilistiche capaci anche di colpire aerei di linea. L’editorialista del WP giudica Obama un presidente rinunciatario e debole di carattere, un uomo convinto che alla fine la storia gli darà ragione anche senza manifestare la classica “protervia” americana. Di sicuro un atteggiamento utile ai negoziati e a non fare degenerare in guerre aperte le crisi esistenti ma anche poco efficace per la tenuta interna dei consensi e delle simpatie dell’americano medio.
Aumentano infatti i segnali che annunciano la sconfitta dei democratici nelle elezioni di midterm di novembre. Un risultato che se confermato indebolirebbe ancora di più il presidente Usa. L’ultimo sondaggio preoccupante per il partito del presidente lo ha realizzato il Pew Research Center, ed è uscito su «Usa Today». Al momento, in base a questa ricerca, i repubblicani hanno un vantaggio sui democratici che non avevano mai visto negli ultimi vent’anni: il 47% degli elettori registrati dice che li voterà, contro il 43% che favorisce i loro avversari.
La popolarità di Obama non è però ancora scalfita dalle critiche al modo in cui sta gestendo le crisi dentro e fuori i confini Usa: un nuovo sondaggio della Cnn/ORC International, condotto dal 18 al 20 luglio, indica che l’opinione favorevole nei confronti del presidente Usa si attesta al 42%, un numero praticamente invariato da marzo (43%).