Taglialegna e giornalisti: mestieri estinti entro dieci anni. Un annuncio catastrofista da non prendere sul serio

16 Lug 2014 18:57 - di Ginevra Sorrentino

Al catastrofismo non c’è mai fine. Anzi. In questi anni, tra calendari Maya, maghi, profeti e indovini di fine e inizio millennio. Tra terremoti annunciati e rivoluzioni anticipate, è stato un pullulare di Nostradamus e di Cassandre prodighi di funeste previsioni. Di allarmanti ipotesi futuribili. Di stravaganti vaticini. E tra chiaroveggenza retroattiva e precisi calcoli divinatori, l’oracolo ha di volta in volta guardato all’uomo e all’ambiente e alle influenze reciproche tra l’uno e l’altro. Deus ex machina costante, neanche a dirlo, la tecnologia e la sua inquietante declinazione informatica: la Rete.

Così, non stupisce più di tanto, ma giustifica il rapporto di Career Cast 2014, se in una delle diverse fotografie sul futuro scattate da sociologi e studiosi americani, dalla mappa dei futuri mestieri spariscono postini, taglialegna e giornalisti. Del resto, «tutti questi lavori in via di estinzione hanno a che fare con la carta», ha spiegato Tony Lee, il direttore di Career Cast, secondo cui «i consumatori non hanno smesso di leggere notizie o bestseller, solo che lo fanno online». Meno prodotti a stampa richiedono meno lavoro nelle tipografie e meno richiesta di cellulosa, cosa che che a loro volta ha messo in crisi il mestiere del boscaiolo. E non solo: anche se molto diversi tra di loro, secondo il report in oggetto questi mestieri condividono con le professioni dell’agente di borsa e del lettore dei contatori un destino comune: quello dell’estinzione di qui a meno di dieci anni. Addirittura, con prospettive di assunzione per i reporter di giornali in precipitoso calo del 13 per cento entro il 2022 secondo le previsioni dell’organizzazione.

Certo, per chi lavora in una redazione il vaticinio appena profetizzato non è poi troppo una novità, e dunque sorprende poco quanto riportato dal dossier nel suo epitaffio per la professione giornalistica, secondo cui «il calo degli abbonamenti e la contrazione della pubblicità hanno influenzato negativamente il potere di assorbimento di nuovo personale da parte di alcuni giornali, mentre altri hanno cessato completamente le operazioni». E stupisce ancora meno l’anatomia di questo decesso professionale per cui secondo Career Cast – e non solo – il colpo di grazia alla carta stampa sarebbe stato assestato in questi ultimi anni da Internet, in generale, e dai social network, in particolare. Così come sembra quasi scontata la sociologica equazione divinatoria conseguente, secondo cui alla crisi delle lettere corrisponderebbe per lo studio Usa – e in maniera direttamente proporzionale  – il successo dei lavori incentrati sui numeri.

E allora, prendendo in considerazione 200 tra mestieri e professioni usando dati del Bureau of Labor Statistics, la palma della migliore carriera del futuro va ad incoronare matematici e statistici, per la poliedricità di applicazione della loro esperienza, chiamati a dividere il podio con i professori universitari. Condividono invece il triste destino dei giornalisti i tipografi, ed era prevedibile, anche se peggio di loro stanno i postini, i cui ranghi dovrebbero contrarsi del 28% entro il 2022: ma anche questa sembrerebbe la cronaca di una fine annunciata. Con l’avvento di Twitter e Facebook, infatti, capri espiatori buoni per tutte le stagioni e declinabili a molte delle negatività dell’era moderna, i social network risultano comunque “colpevoli” di fornire, nello specifico quotidiano, il canale con cui la gente sceglie di tenersi in contatto, decretando contestualmente la fine di lettere e cartoline, rimpiazzate da più prosaiche e-mail e tempestivi sms.

Eppure, al di là di calcoli percentuali e di verità statistiche, ne siamo certi, i proseliti del rito dello sfoglio del giornale. Gli amanti dell’odore della carta stampata. Gli incorruttibili romantici del francobollo e i nostalgici della stilografica, capaci di resistere alla demonizzazione di tablet e smartphone, continueranno ad esistere e a tenere alta la bandiera della comunicazione e dell’aggiornamento old style...

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