CasaPound in corteo contro l’apertura di nuove strutture per immigrati a Roma

12 Lug 2014 12:23 - di Redazione

Con bandiere tricolore e palloncini bianchi con su scritto “Adesso basta” e poi “Non ne possiamo più di centri e campi rom, prima ci siamo noi” è sfilato da piazza dell’Esquilino il corteo organizzato da CasaPound contro “l’apertura scriteriata di nuovi centri di accoglienza a Roma”. I manifestanti del movimento hanno percorso via Cavour diretti a piazza Madonna di Loreto, nel cuore della città. «Non è una manifestazione razzista – tiene a precisare Mauro Antonini, responsabile di Casapound per l’area Roma Est – Vogliamo dire basta alle nuove aperture di centri di accoglienza nei quartieri della città perché c’è una gestione scriteriata. Ci sarebbero altre soluzioni per ospitare e integrare meglio gli immigrati, come ad esempio alcune aree rurali intorno al Raccordo – aggiunge Antonini – Inoltre contestiamo che i flussi immigratori arrivino tutti qui e non in altre capitali d’Europa». Ad aprire il corteo di CasaPound alcuni abitanti del quartiere di Settecamini che hanno esposto un grande striscione con su scritto “Difendiamo il nostro quartiere”. «Sono qui per sostenere tutti i cittadini che vogliono reagire all’invasione degli immigrati a Roma, perché questa città merita di essere difesa – ha dichiarato l’europarlamentare della Lega Nord Mario Borghezio, presente alla manifestazione – Ci sono quartieri come Settecamini dove l’intera popolazione si è battuta per far sentire la propria voce. Sulla questione dell’emergenza rifugiati in Italia c’è un costante comportamento di agire in maniera molto strana, operando in piena notte e con sindaci avvisati all’ultimo minuto dell’arrivo di immigrati». L’esponente della Lega Nord ha aggiunto che a fine mese ritornerà a Roma per visitare le zone maggiormente interessate dal fenomeno, come già fece durante la campagna elettorale per le Europee. «Visiterò uno per uno tutti i quartieri e promuoverò anche la creazione di comitati di cittadini – ha detto – Ho riscoperto con grande sorpresa il senso di appartenenza che i romani hanno verso questa città, ma l’amore si trasforma in sofferenza verso politiche sbagliate che portano a una sua mortificazione. Per questo mi metterò al servizio di tutte quelle iniziative che vogliono difendere Roma».

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