Tutti corrotti, nessuno è corrotto… Così i partiti, in prima fila il Pd, aspettano che passi la nottata
Diventa quasi uno scandalo nello scandalo l’atteggiamento di distacco che il Pd ha assunto rispetto al “suo” sindaco di Venezia Giorgio Orsoni. È successo infatti che mentre Matteo Renzi invocava per i corrotti un processo per alto tradimento il suo fedele sottosegretario, Luca Lotti, sottolineava che però Orsoni “non è iscritto al Pd, non ha tessera, è un sindaco indipendente”. Un atteggiamento “classico” sul quale ironizza Maurizio Belpietro: “il partito rinnega sempre i compagni quando vengono beccati col sorcio in bocca”. Li rinnega ma non li molla del tutto, visto che per l’Expo anche Greganti, l’inossidabile compagno G, ha fatto la sua comparsa. E ironizza anche Marco Travaglio sul Pd impaludato nella questione morale, anche se si tratta dello stesso Marco Travaglio che applaudiva il successo di Orsoni contro il competitor Renato Brunetta. Gongolano i leghisti, che devono anche loro far dimenticare le lauree comprate in Albania: “ma se Orsoni – fanno notare – era considerato fino a ieri uno degli ideologi del partito di Renzi…”. Per non parlare di Grillo. Mentre il paese ride per la gaffe dell’incauto parlamentare che ha scambiato il grano saraceno con una pericolosa semenza islamica lui sul suo blog si prende la rivincita: noi vinciamo poi, ma intanto arrestano voi…
La destra, ormai garantista per definizione, si appaga con la filosofia del “mal comune mezzo gaudio” (anche se quella di derivazione missina dovrebbe domandarsi cosa ne è delle parole d’ordine antipartitocratiche che furono appannaggio del Movimento sociale). Sul Foglio Giuliano Ferrara dice basta all’indignazione forzata, denuncia l’assuefazione del paese allo scandalo (e la conseguente vacuità di chi inneggia alla ghigliottina). In pratica non è cambiato nulla da quando Craxi disse che tutti rubavano. È ancora così, è quasi un connotato antropologico e istituzionale da scrivere in Costituzione. Ogni vampata corruttiva che affiora sulle gote del Bel paese e lo fa arrossire fa scomparire quella precedente, il Mose fa dimenticare l’Expo. E chi si ricorda più della cresta dei gruppi regionali sui soldi pubblici? La rassegnazione e l’indifferenza fanno passare in secondo piano le parole dei magistrati. Carlo Nordio ha detto che nell’inchiesta hanno trovato le stesse persone che c’erano nel 1990. ha detto che queste persone mostrano arroganza e disprezzo per la legalità e per le risorse pubbliche. Ma fa più notizia la moglie di Giancarlo Galan: “Mio marito è l’uomo migliore del mondo…”. La politica sembra aver pensato solo a far sopravvivere i propri apparati di riferimento nel finto passaggio dalla prima alla seconda Repubblica fino alla Repubblica che non c’è, perché i suoi valori fondanti sono smarriti e opachi. Il paese non tira più monetine, non vota più, se ne frega. Aspetta i Mondiali o applaude suor Cristina. Il politico in manette non attira più la morbosa, moralistica attenzione della folla. La folla è distratta. Assorbita dalla sua essenza nichilista. Ha un sussulto d’attenzione solo se gli raccontano dell’ultima amante del politico di turno. La folla ha il senso della notizia…