Solo le aziende tedesche pagano più tasse delle nostre. Per una che apre ne chiudono due

28 Giu 2014 11:23 - di Redazione

Le imprese italiane pagano 110,4 miliardi di tasse all’anno. Lo indica la Cgia di Mestre secondo la quale in Europa solo le aziende tedesche pagano in termini assoluti più delle nostre, ma la Germania conta oltre 80 milioni di abitanti: 20 più dell’Italia. Se calcoliamo la percentuale delle tasse pagate dalle imprese sul gettito fiscale totale, a guidare la classifica europea è il Lussemburgo, con il 17 per cento. Sul secondo gradino del podio si posiziona il nostro Paese, con il 16 per cento, mentre al terzo troviamo l’Irlanda, con il 12,3 per cento. Tra i nostri principali competitor segnaliamo che la Germania fa segnare l’11,6 per cento, il Regno Unito l’11,2 per cento, la Francia il 10,3 per cento, mentre la media dell’Ue dei 15 è pari all’11,3 per cento. «Alle nostre imprese – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – viene richiesto lo sforzo fiscale più pesante. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito sia concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto livelli ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione sia la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, la fedeltà fiscale delle nostre imprese è al top». Purtroppo, le brutte notizie in materia fiscale non finiscono qui. Per l’anno incorso, denuncia la Cgia, la pressione fiscale nel nostro Paese è destinata ad aumentare e a raggiungere il record storico, eguagliando la soglia raggiunta nel 2012: ovvero il 44 per cento.

Altrettanto allarmante il dato fornito dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio: nei primi cinque mesi dell’anno il numero di imprese del terziario di mercato che cessano l’attività continua a essere superiore a quello delle nuove iscrizioni: in pratica per ogni nuova apertura ne chiudono due. Inoltre, peggiora il saldo negativo (passato da -7.612 a -7.752), per le attività di alloggio e ristorazione, prevalenti nel turismo. Significativo, poi il dato territoriale che conferma la particolare debolezza del sistema imprenditoriale del Mezzogiorno dove si registra una consistente riduzione dello stock di imprese (-17.353) e dove si concentra quasi un terzo delle chiusure complessive.

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