Salvini spera nel gruppo e attacca Juncker («è dannoso e pericoloso») e Renzi («gira col cappello in mano»)

24 Giu 2014 19:27 - di Redazione

La speranza è l’ultima a morire. Soprattutto quella del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, ancora convinto che la formazione di un gruppo euroscettico al Parlamento europeo sia possibile. Nonostante il fallimento del primo tentativo – entro il 23 giugno dovevano essere raccolte le adesioni di almeno 25 eurodeputati di 7 diversi paesi dell’Ue – Salvini e il Front National di Marine Le Pen non si scoraggiano. Per ora, spiega Salvini, «perderemo alcune poltrone». Ma la convinzione di costituire un gruppo «realmente alternativo» rimane. La speranza posa tutti sulle possibili fuoriuscite dagli altri gruppi, che il leader della Lega attende fiducioso: «Come ci sono state in questi quindici giorni, ce ne saranno anche nei prossimi» ,è la sua previsione. Ma intanto c’è da fare autocritica sul fallimento dell’operazione tentata in coppia con la Le Pen. «Abbiamo detto tanti no, siamo stati molto selettivi, io sarei stato più aperto”, dice senza nascondere la sua delusione. Ma la colpa non è della Le Pen, che secondo il leader del Caroccio non sbaglia mai. La responsabilità del fallimento viene scaricata sul sistema mediatico e politico: «Siamo stati il gruppo del Parlamento europeo più ostacolato della storia temono un’opposizione seria, non come quella del M5S». La coerenza non ha pagato, secondo la Lega. Ma i rimpianti vengono mascherati dal leader del partito euroscettico: «Meglio arrivare tardi che formare un gruppo raffazzonato come quello di Grillo e Farage». Nella conferenza stampa alla Camera per illustrare l’immediato futuro del suo partito, Matteo Salvini ha parlato anche dei referendum proposti dal Carroccio (per i quali sono state raccolte 3 milioni di firme che verranno presentate alla Cassazione. Un successo, secondo Salvini, certificato anche dalle centomila firme raccolte al Sud. Il segretario leghista non ha poi risparmiato qualche attacco personale. Parlando di Unione europea, la vittima predestinata è stata Jean-Claude Juncker, il favorito per la corsa alla poltrona di presidente della Commissione Ue, definito un «lussemburghese dannoso e pericoloso». Passando alla politica italiana Salvini non si è risparmiato neanche su Beppe Grillo, «uno che si accontenta di sparare qualche castroneria irrealizzabile». Conclusione d’obbligo, l’attacco al presidente del Consiglio, che Salvini definisce «sua maestà Matteo Renzi: Gli manca solo di andare in giro con il cappello in mano in Europa dopo aver detto che vanno rispettati tutti i patti. Oggi il suo discorso è stato il nulla totale, un parolaio vuoto».

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