Retata contro la ‘ndrangheta in Lombardia: fra le accuse tassi di usura del 20% mensile

19 Giu 2014 13:09 - di Redazione

Applicavano tassi ad usura del 20% mensile abbinati ad ulteriori garanzie vessatorie, quali cessioni di quote societarie e trasferimenti della titolarità di immobili, anche di pregio. Era questo il modus operandi delle 17 persone arrestate, tra Reggio Calabria e Milano, dai carabinieri del Ros, coadiuvati da personale della Dia, con le accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività creditizia e intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose. Le indagini del Ros, prosecuzione dell’inchiesta Meta, hanno evidenziato le sinergie criminali tra le cosche Condello e Imerti di Reggio e Pesce e Bellocco di Rosarno per la gestione delle risorse delle attività illecite, attraverso la creazione di un sistema creditizio parallelo a favore di imprenditori calabresi e lombardi. In questo contesto, secondo le indagini, la figura centrale era quella di Favara, indicato come il collettore degli interessi anche delle cosche reggine ed a cui faceva capo un gruppo di soggetti incaricati dell’individuazione degli imprenditori in difficoltà. Tra coloro che erano incaricati di individuare le vittime c’era l’imprenditore Rappoccio, già arrestato insieme a Favara nell’operazione Reggio Nord, indagine che aveva consentito di individuare il circuito criminale di riferimento di Domenico Condello, cugino del boss Pasquale “il supremo”, arrestato nell’ottobre 2012 dopo 20 anni di latitanza. Nel procedimento reggino sono confluite anche le acquisizioni fatte dalla Dia nell’ambito di una inchiesta della Dda di Milano nei confronti di tre arrestati. Il Ros e la Dia hanno accertato come un’articolazione territoriale dei Pesce-Bellocco sia stata in grado di attuare un lento e graduale processo di “aggressione” del patrimonio mobiliare ed immobiliare dell’imprenditoria milanese, con estorsioni ed usura, e come Favara ed i suoi abbiano sfruttato anche altre realtà associative già radicate in Lombardia sia ‘ndranghetiste, come la locale di Lonate-Pozzolo, sia appartenenti alla criminalità comune.

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