Renzi suggerisce: imitiamo Pinocchio. E i tecnici della Camera lo smentiscono sul bonus

10 Giu 2014 14:00 - di Redazione

“Ognuno di noi ha dentro Pinocchio, non perché diciamo bugie. E’ una metafora straordinaria. Se ognuno fa il suo dovere, se prova a mettersi in gioco e a cambiare, allora viene davvero fuori l’Italia. L’Italia fa l’Italia se non ha paura di cambiare. Noi faremo la nostra parte, stiamo rivoluzionando il sistema. Non abbiamo paura, a voi che portate avanti la bandiera dell’Italia all’estero, chiedo di avere ancora più coraggio”. Così Matteo Renzi si è rivolto ad oltre 400 imprenditori della comunità d’affari italo-cinese riunita a Shanghai nell’ex padiglione italiano dell’Expo 2010. Renzi ha ricordato quando da sindaco di Firenze visitò l’expo cinese e trovò una statua di Pinocchio nel padiglione che ora non c’è più.

Ma è soprattutto la situazione italiana a far ritornare d’attualità il burattino immortalato dalla penna di Carlo Collodi. Proprio mentre il premier pronunciava queste parole, i tecnici di Montecitorio spargevano dubbi ed incertezze sul decreto che eroga il controverso bonus di 80 euro. Secondo gli esperti della Camera, dove il decreto è approdato, i destinatari del bonus sono stati identificati in base ai redditi 2011, ma oggi la platea “potrebbe aver subito un cambiamento significativo sia dal punto numerico sia dal punto di vista del reddito”.

Nel mirino dei tecnici del Servizio bilancio, nell’articolo 1 del decreto, quello appunto sul calo del cuneo fiscale, sono presenti “alcuni aspetti rispetto ai quali appaiono opportuni dei chiarimenti”. “In base a quanto indicato nella relazione tecnica, – si legge in particolare nel dossier ora in mano alle Commissioni Finanze e Bilancio – la microsimulazione è effettuata con riferimento ai redditi 2011, estrapolati al 2014. Al di là del burocratese, quello lanciato dai tecnici di Montecitorio è un vero e proprio allarme che si salda a quello lanciato settimane fa dai loro colleghi del Senato e che provocò la stizzita reazione di Renzi.

Il problema è ancora una volta la copertura finanziaria. Gli esperti, al momento, ritengono necessario un chiarimento in merito al mancato utilizzo di dati più aggiornati disponibili, ma reclamano anche maggiori informazioni in merito ai criteri utilizzati per l’estrapolazione dei dati al 2014. Ciò in considerazione del fatto che la platea dei soggetti interessati potrebbe aver subito un cambiamento significativo sia dal punto numerico sia, per altro verso, dal punto di vista del reddito di riferimento realizzato da ciascun soggetto”. Infatti, – proseguono i tecnici – “se da un lato potrebbero risultare incrementati i soggetti cosiddetti incapienti o senza reddito di lavoro dipendente (riducendo quindi il numero dei beneficiari), dall’altro lato potrebbero rientrare nel beneficio soggetti che nel 2014 realizzano redditi inferiori rispetto a quelli del 2011”. In poche parole, qualcuno potrebbe aver ricevuto il bonus senza averne più diritto mentre altri non lo avrebbero ricevuto pur avendone – dal 2011 ad oggi – maturato il diritto. Più Pinocchio di così.

 

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