Immigrazione: sbarchi a valanga, a cinque poliziotti diagnosticata la Tbc. E cresce la paura

28 Giu 2014 16:54 - di Gabriele Farro

Imbarazzi, silenzi, piccole ammissioni, tentativi di dire che «non è proprio così» e quindi di attenuare la tensione, altri tentativi di gettare acqua sul fuoco sostenendo che la positività al test di Mantoux, non è indice né di contagio né di malattia. Resta il fatto che casi di possibile Tbc sono stati diagnosticati a quattro poliziotti in servizio a Catania. Ed è automatico collegarli al fatto che, durante uno degli sbarchi di immigrati avvenuto nei primi giorni di giugno, è stata riscontrata proprio la presenza dell’infezione Tbc. È l’ennesima vicenda destinata a creare tensione e a provare il fallimento totale dell’operazione Mare Nostrum, trasformata dal governo di centrosinistra in una sorta di taxi per chiunque vuole mettere piede sulle nostre coste. Il Sap (Sindacato autonomo di polizia) sospetta che a essere colpiti dall’infezione siano stati addirittura in cinque: «Stiamo valutando azioni giudiziarie». I dati sono di per sé allarmanti: tra maggio e giugno sono sbarcati al porto di Catania circa 2.659 immigrati. «Quanto denunciato dal Sap è incredibile. Poliziotti positivi al test Tbc perché nessuno li ha informati che uno dei clandestini sbarcati a Catania presentava l’infezione da tubercolosi. Un fatto gravissimo. Questo è quello che ha portato Mare nostrum. Un dispendio di energie e di costi e soprattutto la gravissima esposizione di militari e agenti della polizia a malattie – ha detto Maurizio Gasparri – Come mai il Viminale non ha informato i poliziotti in servizio dei rischi che correvano? Ora il ministro dell’Interno dice che Mare Nostrum deve finire». Il problema è che il governo ha ben pensato di proseguire l’operazione e di inserirla addirittura nel decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali.

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