Il Csm, irregolarità sul processo Ruby: Bruti Liberati «doveva motivare» il trasferimento del caso alla Boccassini

12 Giu 2014 21:15 - di Redazione

Sul “trascinamento”  del fascicolo Ruby alla Dda di Milano guidata da Ilda Boccassini «non è emerso un quadro interpretativo e applicativo univoco». Non usa mezzi termini la Prima Commissione del Csm nella delibera sullo scontro alla procura di Milano. Secondo il Consiglio Superiore della Magistratura, il procuratore Edmondo Bruti Liberati «doveva motivare le ragioni» per cui assegnò il coordinamento dell’inchiesta Ruby a Ilda Boccassini. E questo anche per «scongiurare qualunque possibilità di rischio di esporre l’ufficio al pur semplice sospetto di una gestione personalistica di indagini delicate» su Silvio Berlusconi. Lo scrive la Settima Commissione del Csm nella proposta, approvata a maggioranza, da portare in plenum, sullo scontro in Procura a Milano che sta andando avanti da qualche settimana. Bruti Liberati avrebbe anche dovuto disporre il «formale coinvolgimento» di Alfredo Robledo, capo del pool sui reati contro la pubblica amministrazione, nell’ultimo filone scaturito dal primo processo, il Ruby ter, che vede Berlusconi indagato per corruzione in atti giudiziari. Coinvolgimento che ci sarebbe dovuto essere anche nell’inchiesta sul San Raffaele, quando emersero gli episodi di corruzione. La Settima Commissione del Csm tira le somme dello scontro alla procura di Milano, originato dall’esposto con cui Robledo ha imputato a Bruti irregolarità nell’assegnazione di indagini delicate, a scapito del suo dipartimento. E lo fa evidenziando i torti del procuratore, ma segnalando ai titolari dell’azione disciplinare (il ministro della Giustizia e il Pg della Cassazione) e alla Commissione sugli incarichi direttivi del Csm anche la condotta di Robledo, soprattutto con riferimento all’inchiesta sull’Expo. La relazione non usa toni soft sull’organizzazione della procura di Milano: lamenta la «mancanza di una precisa disciplina» sui criteri di assegnazione delle indagini ai vari Dipartimenti e di «regole certe e codificate» su alcuni profili. Sullo scontro a Milano dovrebbe ora dire la parola definitiva il plenum del Csm entro la fine del mese.

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