Il Cav prepara il faccia a faccia con Renzi la settimana prossima: l’interlocutore sono io

4 Giu 2014 21:21 - di Gabriele Alberti

I contatti sono stati avviati per preparare nei dettagli il nuovo incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Incontro che dovrebbe essere fissato per la prossima settimana. Le diplomazie del premier e del Cavaliere infatti in queste ore hanno aumentato i contatti perdefinire al meglio il faccia a faccia. Ad occuparsi della trattativa sono Lorenzo Guerini e Gianni Letta, a lungo in riunione con l’ex premier a palazzo Grazioli. L’intenzione di Berlusconi è chiara: non devono essere Renzi e il Pd ad avere la golden share sul tema. Abbiamo un accordo – è il ragionamento fatto – e se i termini devono cambiare allora è il caso di verdersi di nuovo. Raccontano che un possibile faccia a faccia si sarebbe potuto tenere in tempi più brevi,  ma poi a causa degli impegni internazionali del premier tra il G7 a Bruxelles e subito dopo il viaggio in estremo Oriente, si è deciso di rinviare alla prossima settimana.

L’incontro con il presidente del Consiglio ha come primo obiettivo quello di ribadire da parte del Cavaliere il rispetto degli accordi sulle riforme («vedrete che arriveremo a un’intersa, Renzi non ha intenzione a rompere il patto»), ma anche a inviare un messaggio ai suoi: il leader del partito sono io, spetta a me prendere decisioni e arrivare ad una sintesi. Il dossier riforme consente a Berlusconi di pensare ad altro rispetto alle beghe interne al partito su cui non sembra trovare una soluzione. A tentare di trovare un’intesa con Raffaele Fitto ci ha provato Denis Verdini incaricato dall’ex premier di provare a mediare con l’ex ministro ed evitare così che si arrivi ad una frattura la prossima settimana, quando si terrà la nuova riunione del comitato di presidenza. Una riunione assolutamente interlocutoria e non risolutiva che ha lasciato entrambe le parti sulle rispettive posizioni: Verdini e i fedelissimi dell’ex premier a favore dei congressi mentre l’ex ministro favorevole alle primarie e ad una legittimazione “dal basso” della classe dirigente azzurra. Il Cavaliere, messo al corrente della “fumata nera” ha deciso però di soprassedere e di affrontare la questione direttamente la prossima settimana: Ora ci sono i ballottaggi – è stato il senso del suo ragionamento – evitiamo il più possibile di apparire sui giornali come un partito in guerra. L’intenzione di tenere i toni bassi però non nasconde l’umore nero dell’ex capo del governo che ai suoi ha confidato di essere “inviperito” sia con Fitto che con i parlamentari che appoggiano l’idea delle primarie: hanno veramente esagerato, sarebbe stato il leit motiv che l’ex premier ha ribadito a chi è stato a trovarlo in via del Plebiscito. A fornire una fotografia precisa del pensiero dell’ex premier ci pensa  Deborah Bergamini: «La mia opinione è che le primarie non sono nella nostra natura, forse potrebbero essere anche inutili e portare alla balcanizzazione come hanno fatto nel Pd». Su versante opposto invece Fitto va dritto per la sua strada: «Noi – ribadisce – stiamo rappresentando una discussione serena e penso sia utile al nostro partito».

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