Grillo “nun ce sta” e denuncia brogli elettorali nei “seggi rossi”
Dopo il ritiro nel suo Aventino balneare. Dopo il silenzio stampa. La pasticca anti-gastrite assunta in diretta tv. Dopo il post di If di Kipling sul suo blog. L’annuncio e la contestuale smentita delle dimissioni dalla politica, superate dall’incontro “europeo” con Farage – con tutto il corollario polemico che ne è seguito – Grillo ritorna sul responso delle urne dello scorso appuntamento elettorale di fine maggio, che ha decretato una sensibile emorragia di consensi e di voti patita dal Movimento da lui fondato. E la spiegazione per il leader pentastellato è una sola: i brogli alle elezioni europee – avanza il sospetto l’ex comico in prestito alla politica – hanno fatto la differenza a vantaggio del Pd. Così, com’è sua abitudine, le accuse grilline partono ancora una volta dal web e dal suo blog in prima linea sulla Rete, che per l’occasione pubblica un post «Broglio sì, broglio no: la terra dei cachi», con il quale il leader cinquestelle esprime dubbi e «sospetti», per poi ricamare intorno alla trama del complotto un ordito di recriminazioni, arrivando a parlare sul sito di «stupro alla logica per credere» alla debacle cinquestelle, avanzando l’ipotesi di «avviare una verifica del voto, soprattutto in quei seggi “rossi” dove già in passato si sono verificati brogli».
Il sito propone dunque un collage di articoli presi dal web che analizzano «la percentuale fantomatica del 41% al Pd»; spingono il M5S a «chiedere di avviare una verifica del voto; e, infine, suggeriscono di costruire un sistema anti-broglio per vigilare in modo chiaro e controllabile sulle relazioni amicali e parentali degli scrutatori e presidenti dei seggio e permettere un controllo popolare quanto più esteso possibile tramite l’uso della tecnologia». Non solo, a sostegno della propria tesi il blog pubblica anche alcuni «exit poll italiani ufficiali diffusi in Gran Bretagna negli ambienti della finanza (e facilmente reperibili in rete), ma ancora vietati in Italia», secondo cui si leggerebbe addirittura che «i dati delle ore 20 sembravano confermare il sorpasso del Movimento 5 Stelle nei confronti del Pd». E allora, vista la conclusione ufficiale dell’agone elettorale – e dato, dunque, l’ipotetico “ribaltamento di fronte percentuale” avanzato da Grillo – che tutti conosciamo, la domanda del comico sorge spontanea: «Cosa è successo»? Si chiede insinuando il leader cinquestelle che, evidentemente, non soddisfatto dalle classifiche ufficiali, ha pensato bene di stilarne una sua tornando nuovamente ad attaccare il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, sempre più spesso bersaglio dei suoi strali internetici.
Così, il blog di Grillo pubblica per l’occasione un altro post dal titolo «Il gradimento dei sindaci M5S», indicando le percentuali dei cinquestelle alle Europee come metro di giudizio dell’operato degli otto sindaci del Movimento. In base a questo criterio Pizzarotti risulterebbe ultimo. Il gradimento, recita la sentenza on line, «in generale è molto positivo. A parte un’eccezione: in tutte le città con un sindaco 5 Stelle la percentuale di voti per il M5S – è il pungente commento – si è attestata ad almeno 4 punti sopra la media nazionale». Laddove Pizzarotti – conti pubblicati sul web – rappresenterebbe la fatidica eccezione…