Ex parlamentare sotto torchio per 7 ore: così in Venezuela il regime comunista uccide la libertà
In Venezuela lo stato di diritto è una chimera. La democrazia un sogno difficile da realizzare. Il potere chavista non perde occasione per fornire ampie dimostrazioni in tal senso. L’ultima notizia segue quella della sentenza paradossale ed assurda con cui è finito nelle patrie galere il leader dell’opposizione Leopoldo Lòpez, autoconsegnatosi alla giustizia dopo che contro di lui era stato spiccato un mandato di arresto per aver aderito ad una manifestazione organizzata dagli studenti per protestare contro la politica sociale ed economica del governo.Manifestazione, per inciso, del tutto pacifica, terminata con la semplice consegna di un documento alla Fiscal, Luisa Ortega Dìaz. Ora tocca all’ex deputata antichavista Maria Corina Machado saggiare sulla propria pelle i metodi polizieschi e persecutori del regime di stampo comunista venezuelano. L’ex deputata è stata interrogata per 7 ore di fila nella sede della Procura di Caracas, dopo essere stata denunciata come parte di una presunta cospirazione per organizzare un colpo di Stato e tentare di uccidere il presidente Nicolas Maduro. Dopo l’interrogatorio, la Machado ha raccontato di essere stata sentita come “semplice testimone” (almeno così le è stato ripetuto). La circostanza l’ha però privata del diritto alla presenza di un avvocato, né ha potuto conoscere in dettaglio le eventuali imputazioni (peraltro già sbandierate in tv dal potere governativo nei giorni scorsi). “Il mio telefono, la mia posta elettronica e tutte le mie comunicazioni sono intercettate, ma anche così non ho diritto alla più elementare forma di difesa”, ha rivelato l’esponente dell’opposizione. Questa del golpe contro il potere costituito è un ritornello che il governo venezuelano ormai usa con ripetuta indifferenza per ridurre al silenzio ogni forma di opposizione. Due settimane fa, l’Alto Comando Politico del governo, nel corso di una manifestazione trasmessa in diretta dalla tv, ha additato la stessa Machado e altri dirigenti politici, giornalisti e imprenditori di essere i presunti promotori di un tentativo di golpe contro Maduro, senza fornire altra prova se non quella di frammenti di mail attribuite all’ex parlamentare. Niente, in sostanza, che dimostri la fondatezza dell’accusa rivolta alla Machado. Abbastanza, comunque, per svelare la macchinazione organizzata dal potere comunista per tapparle la bocca e toglierla di mezzo. E’ proprio vero che il comunismo, sotto ogni latitudine, perde il pelo ma non il vizio.