Draghi conferma: la ripresa c’è ma è ancora troppo debole

21 Giu 2014 12:22 - di Redazione

La ripresa nell’area euro c’è ma è debole. E la disoccupazione è alta, in un contesto di bassa inflazione ma non di deflazione «nel senso di un calo dei prezzi in tutto lo spettro nell’area euro». Il presidente della Bce, Mario Draghi, per ora non parla di acquisto di bond ma precisa che la strada è percorribile nell’ambito del mandato della banca centrale: «Per ora ci concentriamo sulle misure annunciate il 5 giugno». In un’intervista al quotidiano olandese “De Telegraaf” Draghi ammette di non aver mai “esitato” ad assumere la presidenza dell’Eurotower, e invita a guardare avanti, «a lavorare per un futuro» in cui ci sia non sono stabilità, ma anche crescita e lavoro. «La crisi e la disoccupazione sono il risultato di una severa crisi finanziaria e in parte di sbagliate politiche economiche. L’euro può averlo mascherato ma non l’ha causato. Dobbiamo finire l’Unione Monetaria, e consentirle di creare prosperità e lavoro» afferma Draghi, sottolineando che «non possiamo accettare il presente perchè abbiamo una crescita bassa e un’insufficiente creazione di posti di lavoro. Ma non dobbiamo sognare il passato». Alcuni – precisa Draghi –
ritengono che bisognerebbe spostare il tempo indietro di 30-40 anni, io preferisco andare avanti. La ripresa economica» nell’area euro è a una fase più iniziale rispetto agli Stati Uniti. «E’ per questo che abbiamo adottato numerose misure il 5 giugno», spiega Draghi che, rispondendo a una domanda su quanto tempo i tassi resteranno bassi, precisa: «Abbiamo prolungato l’accesso delle banche a liquidità illimitata fino alla fine del 2016. Questo è un segnale. Il nostro programma a sostegno del credito delle banche alle imprese continuerà per quattro anni. Questo mostra che i tassi resteranno bassi per un periodo lungo». L’area euro è alle prese con una bassa inflazione, che rende più difficile la riduzione dei livelli di debito. Un deterioramento delle aspettative di inflazione nel medio termine potrebbe spingere la Bce a un piano di acquisti di bond, che potrebbe includere non solo bond dei governi ma anche finanziamenti del settore privato. «Ne discuteremo quando verrà il momento». Un impatto sull’inflazione lo avrà un aumento dei prezzi del petrolio se «non sperimenteremo un ulteriore rafforzamento dell’euro» afferma Draghi, rispondendo a una domanda sull’impatto dell’aumento dei prezzi del petrolio in seguito alle tensioni in Iraq.

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