Ucraina, affondo dei militari di Kiev contro i separatisti: molti i morti. Mosca: «Fermate il massacro»

27 Mag 2014 18:20 - di Antonio Pannullo

In Ucraina c’è un aggravamento della crisi: il governo di Kiev sta agendo con brutalità per reprimere le spinte autonomiste e indipendentiste. Sono almeno 100 i morti nella battaglia di Donetsk: lo annunciano i responsabili dell’autoproclamata Repubblica popolare (Dnr), filorussi. Tra le vittime, «almeno la metà sono civili», ha annunciato il leader Denis Pushilin. «Non riusciamo ancora a recuperare i cadaveri, siamo sotto il tiro dei cecchini». In precedenza, le autorità di Kiev avevano stimato «decine di morti» tra le fila dei ribelli. La Dnr precisa che molte vittime sono legate all’attacco a colpi di rpg contro due camion con insegne mediche che trasportavano feriti, lunedì poco prima della mezzanotte. «È un crimine contro l’umanità», hanno denunciato le autorità dei separatisti a Donetsk. La guerra è senza quartiere: l’aeroporto di Donetsk è di nuovo «pienamente controllato» dalle forze armate di Kiev. Lo sostiene il ministro dell’Interno ucraino, Arsen Avakov. Secondo la tv russa Rossia 24 e il Financial Times, non è però chiaro chi controlla lo scalo. E le intenzioni del governo ucraino sono chiarissime: l’operazione militare contro i separatisti dell’est continuerà «finché sul territorio ucraino non rimarrà neanche un singolo terrorista (così le autorità di Kiev chiamano i filorussi armati, ndr)». Lo ha detto il vice premier ucraino Vitali Iarema. Interviene per calmare i toni il neoeletto presidente ucraino Petro Poroshenko, secondo cui l’operazione «anti terrorismo deve durare e durerà ore, non mesi», anche perché la Russia, se continuamente provocata con massacri di russofoni, potrebbe decidere di intervenire in difesa della popolazioni civili. Si è appreso poi che «tutte le vie di entrata e uscita da Donetsk sono state bloccate dai militari ucraini», come ha detto l’emittente Russia Today, confermando nei fatti che i soldati di Kiev hanno circondato la città. Le autorità della Repubblica popolare di Donetsk stanno diramando un ordine di evacuazione per i civili in alcune zone della città, comprese quelle prossime al palazzo dell’amministrazione ribelle. Tutte le scuole, i negozi, gli uffici nella zona settentrionale di Donetsk sono stati chiusi. Lo riferiscono testimonianze concordanti dai quartieri considerati più a rischio scontri, nel triangolo compreso tra l’aeroporto, la stazione centrale e il palazzo dell’amministrazione regionale, dove ha sede il governo dell’autoproclamata Repubblica popolare. Infine, crisi nella crisi, le unità dell’Osce di cui si sono persi i contatti sono stati trattenuti nei pressi di Donetsk: lo ha reso noto il ministro degli Esteri estone Urmas Paet, citato da Interfax. Un osservatore Osce è di nazionalità estone. La missione, che stava monitorando la situazione a est di Donetsk, è costituita da un estone, uno svizzero, un turco e un danese, ha riferito un rappresentante della stessa missione a Interfax. «Sono stati catturati vicino al confine tra le regioni di Donetsk e Lugansk. I contatti con loro sono stati persi ieri intorno alle 18. Stiamo facendo tutto il possibile, usando contatti locali», ha spiegato la fonte, aggiungendo che il governo ucraino e le autorità regionali sono state informate della situazione. Come si accennava, il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha ribadito che Mosca rispetta l’espressione della volontà degli elettori nelle presidenziali ucraine ma ha rinnovato l’appello per porre fine a qualsiasi violenza, come previsto dagli accordi di Ginevra, di fronte all’intensificarsi degli scontri a est. «Ci preoccupa molto non solo che le elezioni si sono svolte sullo sfondo delle azioni militari, ma anche che subito dopo il voto è stato dato l’ordine di intensificare la cosiddetta operazione anti terroristica» nell’est, ha aggiunto.

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