Squinzi attacca i magistrati e rispolvera l’idea di destra della partecipazione agli utili
«Dobbiamo favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali». Così il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, affrontando il tema della partecipazione, caro alla storia della destra economica e sindacale. Parlando all’assemblea annuale di Confindustria, Squinzi ha spiegato che occorre «privilegiare la natura dei salari, piuttosto che la loro fonte e consentire di decontribuire e detassare quello di produttività anche se nasce dall’autonoma decisione dell’imprenditore». Ha poi ricordato che con i sindacati «abbiamo sottoscritto un importante accordo sulla rappresentanza per l’esigibilità dei contratti. È la precondizione per proseguire il cammino verso la modernizzazione delle relazioni industriali». Ha poi aggiunto che «dobbiamo andare avanti nel processo di decentramento della contrattazione collettiva, che si riscontra in tutta Europa e che in Italia è governato dal contratto nazionale di categoria». La contrattazione «però – prosegue Squinzi – non è un dogma astratto. Ha senso compiuto se crea valore per l’impresa e per i lavoratori. Per questo dobbiamo favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali, evitando di sommare costi a costi”. Per “favorire” questo processo, «sarebbe di grande utilità una legislazione contributiva e fiscale che premi, in modo significativo e strutturale, il decentramento contrattuale. Anzi, occorre privilegiare la natura dei salari, piuttosto che la loro fonte e consentire di decontribuire e detassare il salario di produttività, anche se nasce dall’autonoma decisione dell’imprenditore». Per Squinzi, «la riforma della contrattazione collettiva è di vitale importanza per i lavoratori come per le imprese. Nel mondo siamo l’unico Paese che ha una dinamica del costo del lavoro del tutto slegata dalle condizioni generali dell’economia e dell’andamento della produttività». Il numero uno di Confindustria ha evidenziato altri temi che il centrodestra cavalca da anni. «Qui chi fa impresa è spesso trattato come un nemico della legge o un soggetto che tenta di aggirarla», ha avvertito il leader degli industriali. «Non esiste luogo al mondo – ha poi aggiunto, sollevando un lungo applauso della platea di imprenditori all’assemblea annuale di Confindustria – in cui asset industriali strategici possano essere di fatto gestiti dalla magistratura in opposizione con il potere legislativo». Squinzi ha poi calcolato in oltre otto mesi all’anno l’impegno per pagare le tasse. «Fino alla prima decade di settembre si lavora per pagare le tasse. Avanti così e l’anno è finito prima di iniziare. Il cuneo fiscale sul lavoro – ha sottolineato – è al 53%, secondo solo al Belgio, 10 punti sopra la media Ue e 17 su quella Ocse».