Le infauste profezie del cavaliere “rosso” De Benedetti: «Renzi è bravo, per il Colle vedrei bene Fassino…»
«Napolitano? Si dimetterà entro l’anno e si andrà al voto in autunno, dopo di lui vedrei bene un uomo alto, magro, con il fisico da corazziere: Piero Fassino. Su Renzi rivedo il mio giudizio: più intelligente che furbo. È una spugna, ha una quantità di energia mai vista, è un uomo di valore». Parte da qui Carlo De Benedetti, la mitica tessera numero uno del Pd, nell’intervista a tutto campo di Giovanni Minoli all’annuale Festival della tv e dei nuovi media organizzato a Dogliani, paese del cuneese dove l’imprenditore ha la residenza. Secondo De Benedetti al capo dello Stato «il Pd sta sulle palle» e su Grillo dice che «abbiamo perso un comico e acquistato un fascistello populista». Scherza sui servizi sociali di Berlusconi in una struttura Kos di Cir: «Sarebbe una pubblicità eccezionale, lo tratteremmo da dio, non ne uscirebbe vivo». Il presidente del gruppo L’Espresso non si sottrae alle domande sulla Cir con la vicenda calda di Sorgenia, che opera nel mercato dell’energia elettrica: ammette che sono stati fatti errori ma auspica che possa continuare a operare. Su Rcs De Benedetti dice che «qualcosa cambierà anche se da concorrente sarebbe meglio che le cose restassero così», mentre «Ferruccio De Bortoli è un ottimo direttore, ma a volte ha delle debolezze come avere dato la terza pagina a Marina Berlusconi. Io mi sarei fatto pagare». Nessun interesse per la Rai «che tanto non sarà mai privatizzata” e che “non è titolata a chiedere il canone». I segnali di apertura a Renzi sono confermati dalla linea editoriale del quotidiano di De Benedetti. Repubblica è sempre più un house organ di Palazzo Chigi. Nell’edizione odierna dedica le prime quattro pagine alla «rivoluzione anti-burocrazia» con la ministra Marianna Madia sugli scudi, elevata al rango di statista neanche fosse Margaret Thatcher. Una linea pro-renziana talmente smaccata da oscurare la bocciatura del Servizio Bilancio del Senato sui tagli dell’Irap e sul decreto Bankitalia. La consegna degli uomini di De Benedetti è chiara: vietato disturbare il manovratore-Renzi.