La crisi in Ucraina: asse Merkel-Obama contro Putin. Ban Ki-moon: fermare le violenze nel Sud-Est del Paese

2 Mag 2014 20:27 - di Redazione

Per il Cremlino l’azione di Kiev contro i separatisti filorussi del sud-est dell’Ucraina è un’operazione punitiva che distrugge gli accordi di Ginevra. Sale la tensione con Mosca e sulla crisi si rafforza l’asse Obama-Merkel. Così davanti alle telecamere piazzate nel Rose Garden della Casa Bianca i due leader hanno tenuto una conferenza stampa congiunta, preceduta da oltre 40 minuti di colloquio serrato. Un faccia a faccia che cade proprio nelle ore in cui nel Paese dell’est europeo la situazione sembra precipitare. Il presidente americano e la cancelliera tedesca mandano un chiaro messaggio a Vladimir Putin: Stati Uniti ed Europa sono più che mai “uniti” sul da farsi. E se Mosca compirà altri passi falsi, nuove sanzioni contro la Russia saranno inevitabili. E saranno sanzioni molto più dure delle precedenti. Obama ha detto che ad essere colpiti stavolta saranno i settori dell’energia, degli armamenti, della finanza e del credito. Un terzo livello di sanzioni, ha specificato Merkel, “che noi non vogliamo, ma che vareremo se necessario”, se costretti.

Un distinguo che risponde all’esigenza della cancelliera di tenere in considerazione le preoccupazioni delle industrie e imprese tedesche che fanno affari con Mosca e che – come scrive il Wall Street Journal – avevano dato mandato al capo del governo di frenare il più possibile al cospetto dell’inquilino della Casa Bianca su nuove misure contro Mosca. La Merkel, però, non ha lasciato dubbi sul suo impegno a rafforzare il coordinamento tra l’Europa e gli Stati Uniti, compreso quel che riguarda l’eventualità di ulteriori sanzioni. E ha indicato – così come Obama – nelle elezioni ucraine del 25 maggio il prossimo snodo “cruciale” per valutare il comportamento del Cremlino. Anche se l’escalation di queste ore sul campo potrebbe drammaticamente anticipare gli eventi. “Il nostro obiettivo non è punire Mosca – ha spiegato Obama – ma spingere la Russia a scegliere la giusta strada, quella della risoluzione della crisi in Ucraina attraverso la via diplomatica”. Anche perché, ha aggiunto il presidente americano, “l’Ucraina non può essere considerata un’appendice, un’estensione della Russia. Noi capiamo che la Russia abbia un interesse legittimo su quello che accade in Ucraina, e naturalmente la visione di Putin sulla crisi in atto va presa in considerazione”. “Quello che non possiamo accettare è che Putin violi la sovranità di un altro Paese”, ha concluso Obama, lanciando l’ennesimo appello a Putin perché si dia da fare per la liberazione degli osservatori dell’Osce rapiti in Ucraina e in mano ai filorussi.

Alle minacce di Merkel e Obama si aggiunge la preoccupazione dell’Onu: il segretario generale Ban Ki-moon ha ribadito la sua “grave preoccupazione” per la situazione nell’est e nel sud dell’Ucraina. “L’escalation di violenza e la perdita di vite umane nella città di Sloviansk sono un duro monito di quanto la situazione sia diventata pericolosa”, ha detto Ban attraverso il suo portavoce, precisando che l’espansione delle attività delle milizie e il sequestro degli edifici pubblici sono contrari allo spirito della dichiarazione di Ginevra del 17 aprile.

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