Conti in rosso, Renzi all’angolo: «Resto ottimista, escludo una manovra bis»
Non se l’aspettava quei numeri così drammatici sul Pil tornato in rosso con il crollo della Borsa, numeri che rischiano di far saltare tutti i conti e gli annunci pirotecnici sulla ripresa. Spiazzato, Matteo Renzi corre ai ripari con il consueto tono scanzonato di chi ha sempre la ricetta pronta (lo spread è come il caffè: fa notizia solo quando va su). Sapevamo che il primo trimestre sarebbe stato difficile, dicono dallo staff di Palazzo Chgi mentre il premier dispensa nuovi impegni solenni. «Io resto ottimista e non è un ottimismo stupido ma che fa i conti con la realtà: noi non diciamo che la crisi sia finita ma i segnali di ripresa sono importanti», dice al microfono di Radio24 annunciando sgravi Irpef per incapienti, partite Iva e pensionati «pronti per il 2015». Poi esclude categoricamente una manovra correttiva che invece appare sempre più inevitabile: «Di solito – dice – le manovre si fanno per mettere nuove tasse ed invece noi, dando 80 euro a 10 milioni di italiani, facciamo ridistribuzione con una misura che anche alla luce dei dati Pil è anticiclica».
È un day after difficile anche sul fronte interno e il premier rottamatore è costretto a minimizzare anche sulla svolta forcaiola del Nazareno e il pressing dei Cinquestelle sull’arresto di Genovese scaricato dal Pd. «Genovese faccia le sue scelte, davanti ad un ordine di arresto ho rispetto umano e personale ma come si fa a dire che noi inseguiamo Grillo visto che è da 20 anni che sosteniamo che la legge è uguale per tutti. Se lo diciamo per Berlusconi deve valere anche per i nostri». Infine un consiglio per gli acquisti elettorali, consiglio che conferma, almeno a parole, la rottura con Susanna Camusso: «Abbiamo idee diverse. Se volevo fare il segretario della Cgil mi candidavo lì, anzi no perché nella Cgil non ci sono le primarie. Sia chiaro che il 25 maggio chi vota Pd non vota per la Cgil».