Che c’azzecca Berlinguer? In cerca di voti Grillo tira per la giacca il segretario storico del Pci

24 Mag 2014 14:16 - di Gloria Sabatini

Che c’azzecca l’invasato e fanatico Beppe Grillo con l’elegante e sobrio Enrico Berlinguer? La domanda è d’obbligo dopo che il leader pentastellato, arringando la folla a piazza San Giovanni, è tornato a citare il segretario storico del Pci, già “strattonato” al comizio di Milano durante il quale si è presentato in braccio ad Alessandro Di Battista imitando il gesto famoso di Roberto Benigni. «Siamo gli eredi di Enrico», ha detto mentre il fido Casaleggio dal palco dell’ex piazza rossa della Capitale ha invitato il pubblico a intonare il nome di Berlinguer. Lo scapigliato guru del movimento ha svolazzato con rara disinvoltura dalla questione morale alla “carezza” di Papa Giovanni XXIII passando per Guerre stellari. Ma è l’ingresso nel pantheon del partito del vaffa del segretario che portò il Pci al record di consensi nel 1976 a scatenare le reazioni più dure. Se Bianca evita di commentare e Renzi lo invita a «sciacquarsi la bocca» prima di nominarlo, Luigi, il fratello del segretario che la direzione del Pc preferì a Giorgio Napolitano, proprio non riesce a tacere. «Faccio un’enorme fatica a pensare che quel che dice Grillo possa riferirsi a Enrico. Li separa un abisso. Ricordo bene una frase di Enrico che diceva “Non scaglio anatemi, sono espressioni di fanatismo”. Se Berlinguer si è imposto come grande statista è per la coerenza dei suoi principi. E anche per la sobrietà della lingua politica». Proprio agli antipodi dell’ex comico con la giugulare sempre gonfia, un anatema e un insulto permanente. «Nel Pci non c’era il falò del nemico, ma la critica serrata nel rispetto reciproco», conclude Luigi Berlinguer. Nume ingrombrante per la sinistra filosovietica, Berlinguer, timido e carismatico, per primo prese le distanze da Mosca tanto da tradire il verbo comunista in nome del compromesso storico con la Dc e battezzò una stagione di moralizzazione che lo accomunò al Msi dell’epoca. E gli causò la scomunica dei compagni ordotossi, che lo accusarono di connivenza con il nemico. Come Giorgio Almirante, Berlinguer seppe conquistarsi la stima di amici e avversari. Che c’azzecca con chi vuole aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno?

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