Vanno a fare scommesse, figlio di sei giorni solo in auto: denunciati per abbandono di minore
Loro, i genitori, in una sala di scommesse sportive a fare puntate; il figlio, nato appena sei giorni prima, solo in auto: è la scena che si sono trovati di fronte gli agenti della squadra volante della questura di Perugia. Gli stessi che poco dopo hanno accertato come un altro figlio della donna, di quattro anni, fosse stato lasciato a casa. Anche lui da solo. Per la coppia –- un perugino di 61 anni e la sua compagna romena ventiquattrenne – è scattata la denuncia a piede libero per abbandono di minori. I due bambini sono stati invece subito affidati a una struttura protetta. E quanto successo è stato segnalato anche al tribunale per i minori del capoluogo umbro. L’auto con il neonato a bordo è stata notata da un passante parcheggiata in via Settevalli, nell’immediata periferia perugina, non lontano da una sala per le scommesse. Nonostante la pioggia battente di quelle ore l’uomo ha visto all’interno il bambino, avvolto in una coperta. Ha così avvertito il 113 e sul posto sono rapidamente intervenute le volanti. Gli agenti sono quindi entrati nella vicina sala scommesse, facendosi indicare i proprietari della vettura, risalendo al perugino e alla romena. La polizia ha accertato che i due avevano trascorso alcune ore nel locale, facendo numerose puntate. Recandosi di tanto in tanto a controllare il neonato, come hanno riferito loro stessi al personale della volante. Senza comunque fornire particolari spiegazioni sul loro comportamento. I due sono stati così condotti in questura per ulteriori accertamenti. Da questi è emerso che la straniera aveva un altro figlio, di quattro anni, nato da una precedente relazione, che in quel momento si trovava nel suo appartamento. Subito recatisi nella casa, i poliziotti hanno trovato il piccolo da solo, intento a guardare la televisione. Al termine degli accertamenti la coppia è stata indagata in stato di libertà. La polizia – riferisce la stessa Questura – ha però anche ritenuto «prioritario» provvedere «alla salvaguardia dell’integrità psico-fisica» dei due bambini. Di qui la decisione di affidarli a una struttura protetta.