Il Pd si spacca sul Senato, alleanza tra i “frondisti” e i grillini. Ora il premier inizia a tremare davvero
Qualcuno informi la Boschi che mentre lei va in tv a dire che sulle riforme va tutto bene, qualcosa di clamoroso accade a sua insaputa nelle retrovie oscure del suo partito. Si profila infatti una clamorosa alleanza tra la minoranza del Pd al Senato e i grillini per scardinare il disegno di legge del governo sull’eliminazione del Senato e provare a creare una maggioranza alternativa che porti avanti il progetto dei “dissidenti” Democrat volto a salvare il bicameralismo. È la prima volta che un asse tra Pd e M5S sembra davvero a portata di mano, dopo i tentativi di Bersani, i pontieri lettiani e le lusinghe renziane. «Abbiamo votato con M5S la decadenza di Berlusconi, perché non dovremmo provare a votare insieme le riforme istituzionali?»,
ha suggerito in mattinata uno dei firmatari del ddl Chiti, alternativo a quello di Renzim il senatore Pd Corradino Mineo, dopo che M5S al Senato avevaa espresso l’orientamento a votare il “salva Senato” sostenuto dalla fronda interna al Pd anti-Renzi. «Quello presentato da Chiti al Senato è di fatto il nostro testo, ad eccezione di una questione che riguarda il taglio delle indennità. Ma su tutto il resto non possiamo non essere d’accordo visto che ricalca la nostra proposta», ha fatto sapere dal canto suo il presidente dei senatori M5S Maurizio Santangelo, rispondendo così alla domanda se i voti del Movimento 5 stelle potrebbero confluire sul testo presentato da Vannino Chiti e un’altra ventina di senatori Pd. «Ci stiamo ragionando – aggiunge -, ma sì, credo proprio di sì».
Un asse atipico sulle riforme che farebbe tremare Renzi, altro che maggioranza alternativa con i grillini dissienti, tutti contro Forza Italia. Allarmatissimo anche il capigruppo al Senato del Pd, Luigi Zanda, che prova a smorzare i toni, dopo la burrascosa riunione di questa mattina. «Bisogna lavorare per perfezionare e rendere più convincente il ddl presentato dal Governo. Per questo ho molto apprezzato la decisione del senatore Tonini di ritirare il proprio ddl sulla trasformazione del Senato. Mi auguro che faccia lo stesso anche il senatore Chiti e che si possa iniziare a lavorare tutti insieme per portare avanti il percorso comune». Ma Chiti, e i grillini, faranno un passo indietro? E soprattutto, Forza Italia potrebbe votare con Grillo e mezzo Pd, mandando a casa Renzi?