Ennesimo allarme di Alfano: «L’Italia rischia un’invasione di migranti dal mare»

15 Apr 2014 19:03 - di Oreste Martino

L’Italia rischia una nuova e massiccia ondata migratoria, con un numero di sbarchi che non avrebbe precedenti. L’allarme è stato lanciato stamane dal ministro degli Interni Angelino Alfano nel corso dell’audizione tenutasi presso il Comitato parlamentare Shengen, competente ad indagare sui fenomeni migratori. Domani il titolare del Viminale sarà in aula alla Camera a riferire sulla situazione di questa nuova ondata, snocciolando numeri e fatti che possiamo già anticipare.

Dall’inizio del 2014, in appena cento giorni, sono sbarcati sulle nostre coste 20.500 immigrati. Un numero enorme se si considera che nello stesso periodo del precedente anno erano “appena” 2.500. Se questo è il dato oggettivo, secondo Alfano le proiezioni potrebbero portarci al record storico del 2011 con cui dovette fare i conti l’allora ministro Roberto Maroni, quando arrivarono in Italia 62.000 persone.

La novità non riguarda solo i numeri, ma anche il profilo di questa ondata migratoria. Non si tratta più di persone che finiscono nella rete dei trafficanti di uomini per cercare fortuna economica, ma di uomini, donne e bambini che fuggono da persecuzioni e guerre, che pagano l’instabilità politica dei paesi asiatici, nord-africani e dell’Africa sub-sahariana, tra i quali il ministro ha elencato Eritrea, Mali, Siria, Gambia, Somalia, Pakistan, Nigeria, Libia ed Egitto. “C’è un nesso strutturale – ha detto Alfano – tra ingressi in Italia e fatti politici che si determinano in paesi extra-europei”, aggiungendo che “occorre agire sulle cause del fenomeno” e che “l’Italia non può reggere da sola il peso del fenomeno, che deve riguardare tutta l’Europa”.

Dopo la tragedia di Lampedusa si è creata una task-Force europea, ma come sempre tutto è ricaduto sull’Italia, che essendo il pontile d’Europa nel Mediterraneo si scontra immediatamente col problema. L’Ue si è data tre obiettivi: contrastare l’immigrazione irregolare attraverso il controllo delle frontiere, gestire l’immigrazione illegale e coniugare l’immigrazione con lo sviluppo. Peccato però che almeno sul primo punto i paesi partners tendono a lavarsene le mani lasciano il problema all’Italia.

Dallo scorso ottobre, dopo lo strazio delle immagini provenienti da Lampedusa, è partita l’operazione militare “Mare Nostrum”, per la quale servono 9 milioni di euro al mese e sulla quale Alfano ha chiesto un maggiore impegno dell’Europa. Nei primi sei mesi i nostri militari pattugliando coste, mare e cieli hanno tratto in salvo 19.000 immigrati che vagavano a bordo di carrette del mare organizzate da mercanti di morte. Alfano ha detto che è impossibile sapere quanti di questi sono stati salvati da una triste e cruenta morte in mare, ma si è detto certo che è difficile ipotizzare che senza i nostri militari si sarebbero salvati tutti.

Il fatto che si tratti di un nuovo profilo migratorio è dimostrato anche dai dati sulle richieste di asilo. Nel primo trimestre di quest’anno ci sono state 13.000 richieste di asilo, contro le 27.000 dell’intero 2013. Per ora c’è un incremento del 140% e si verifica anche un fenomeno diverso rispetto al passato, perché due terzi dei richiedenti ottiene l’asilo dopo che le strutture competenti hanno verificato che davvero fuggono da persecuzioni e guerre. Su questo tema Alfano chiede all’Europa che si faccia carico di una parte di coloro che ottengono asilo, perché chi fugge verso la libertà fugge verso l’Europa tutta e non solo verso il paese più facile da raggiungere. “Non è detto – ha sostenuto il ministro – che il paese di primo ingresso debba essere il paese di ultima destinazione. Serve un’equa suddivisione degli oneri e chi ottiene asilo deve potersi spostare liberamente in Europa”.

Anche perché – e questo è un tema molto caro alla destra – l’Italia soffre una disoccupazione molto alta, soprattutto tra i giovani, da non potersi permettere l’assorbimento di altra forza lavoro. Persino Alfano, che pure è ministro dell’Interno del segretario del Pd, ha dovuto dire che “la disoccupazione così alta porta a dire ‘prima gli italiani'”.

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