Ucraina a un passo dalla guerra. Onu, Ue e Nato in allarme. L’esercito di Kiev in stato di allerta

1 Mar 2014 20:50 - di Antonio Pannullo

Sull’Ucraina è crisi internazionale: il Senato russo ha approvato all’unanimità la richiesta del presidente Vladimir Putin di inviare truppe in Ucraina. Ma non si è fermato lì: la commissione Esteri ha chiesto al presidente Putin di richiamare l’ambasciatore russo negli Stati Uniti in relazione alle affermazioni di Barack Obama sull’Ucraina. Lo riferisce la Ria Novosti citando la presidente del Senato Valentina Matvienko. L’incarico alla commissione affari esteri della camera alta del parlamento di fare una richiesta formale a Putin per richiamare l’ambasciatore russo negli Usa, è stata trasmesso dalla stessa Matvienko. «Con la sua dichiarazione che la Russia la pagherà cara per la sua politica, il presidente Obama ha oltrepassato la linea rossa, ha insultato il popolo russo», ha dichiarato Iuri Vorobiov, vicepresidente del Senato russo, nel corso della discussione sulla richiesta di Putin di autorizzare l’invio di truppe. Venerdì Obama aveva ammonito che un intervento armato russo nella crisi ucraina avrebbe «un costo». Si apprende poi che l’esercito ucraino è stato messo in stato d’allerta. Lo ha annunciato il presidente ad interim Olexandr Turtchinov precisando che è stata anche rafforzata la protezione delle centrali nucleari e dei siti strategici. In realtà non è ben chiaro quanto potere abbia oggi il governo ucraino sui militari: il presidente legittimo, perché era stato eletto, è stato deposto, le elezioni avverranno a maggio, e gli uomini della Timoshenko stanno cercando di riempire il vuoto di potere, ma non si sa quanti li seguiranno. Intanto l’ex pugile Vitali Klitschko, uno dei leader della protesta che ha portato alla destituzione in Ucraina del presidente Viktor Ianukovich, ha chiesto la mobilitazione generale dell’esercito ucraino contro «l’aggressione russa». Klitschko ha pure invocato una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu. E su richiesta della Gran Bretagna, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà nelle prossime ore una riunione straordinaria sui drammatici sviluppi della crisi ucraina. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, esorta da parte sua al rispetto dell’integrità territoriale dell’Ucraina e che venga immediatamente riportata la calma nell’ex repubblica sovietica. Lo ha detto il portavoce del Palazzo di Vetro, Martin Nesirky. Anche un Consiglio dei ministri degli Esteri Ue straordinario potrebbe essere convocato già per lunedì prossimo per affrontare la questione Ucraina. Il “ministro degli esteri” Ue Catherine Ashton «deplora» la decisione russa di usare le forze armate in Ucraina, lancia un appello a Mosca affinché ciò non avvenga e giudica inaccettabile qualsiasi violazione dell’unità, sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina. È quanto ha affermato Ashton in una nota. Né Russia né Ucraina tuttavia fanno parte dalla Ue. Intanto si apprende che con i cortei di migliaia di filorussi a Donetsk, feudo dell’ex presidente Viktor Ianukovich, e a Karkiv, dove la manifestazione è sfociata in scontri con decine di feriti e nell’occupazione dell’amministrazione regionale, le tensioni della Crimea si allargano al sud-est del Paese, storicamente russofono. Anche in queste due città sventolano le bandiere russe e si gridano slogan che inneggiano a Mosca. E si è anche appreso che da almeno due giorni le truppe russe sono penetrate in territorio ucraino non sono solo in Crimea. «No al fascismo, no al nazismo»: è lo slogan che risuona in tutto il sud dell’Ucraina filorusso, con le brigate popolari affiancate dai volontari che arrivano dalla Russia, mentre nella Crimea che si prepara alla secessione le forze speciali di Mosca hanno già preso il controllo dei centri nevralgici della penisola che fu regalata da Nikita Krusciov a Kiev nel 1954.

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