Stupro di gruppo a Bologna: arrestato un muratore romeno

29 Mar 2014 17:28 - di Redazione

La squadra mobile della polizia ha eseguito a Bologna un decreto di fermo nei confronti di un muratore romeno di 28 anni, ritenuto il responsabile, in concorso con due connazionali già in carcere, della violenza sessuale del 19 marzo in uno scantinato della periferia, in via Mitelli. A denunciare lo stupro subito dai tre era stata un’italiana di 38 anni. La donna aveva riferito ai poliziotti di aver trascorso la serata in un locale assieme a due dei tre uomini che poi l’avrebbero stuprata. Una volta usciti dal locale, verso le 5, lei è andata volontariamente a casa di uno dei due, ma a quel punto l’avrebbero portata in cantina, dove poi è arrivato anche il terzo. la donna era stata portata all’ospedale Maggiore dove è scattato il protocollo previsto nei casi di violenza, all’esito del quale sono state riscontrate lesioni compatibili con il riferito stupro. La 38enne ha anche riportato ecchimosi al volto e segni di “asserramento” su entrambe le braccia. Uno dei tre arrestati è stato trovato in possesso del telefono cellulare e di soldi della donna. Nello stesso palazzo, il 19 aprile 2001 proprio nelle cantine fu ritrovato il corpo di Sara Jay, di 9 anni, violentata e uccisa dal convivente della sorella. Il questore di Bologna Vincenzo Stingone si è congratulato con le donne e agli uomini delle squadra mobile, coordinati dal Pm Morena Plazzi. «Tutto questo è avvenuto in un momento di grande lavoro per le nostre forze, tra inchieste su anarchici, episodi di violenza fisica e di violazioni amministrative e non nei locali pubblici, le indagini su fatti criminali come l’arresto di un rapinatore di una profumeria». L’allarme sul’emergenza criminalità a Bologna è un dato di rilevanza nazionale, come denunciato nei giorni scorsi dal segretario del Sindacato autonomo di Polizia, Gianni Tonelli, che ha sollecitato l’adozione di un numero unico e di una sola centrale operativa per far fronte alle emergenze. «È sotto gli occhi di tutti la necessità di una riforma del sistema sicurezza – spiega – che non vuol dire tagliare indiscriminatamente commissariati, reparti e stazioni, ma creare sinergie e soprattutto ridurre i corpi di polizia. Anche a Bologna abbiamo cinque forze di polizia a carattere nazionale, più la polizia locale e provinciale, oltre ai vigili del fuoco. Iniziamo dal numero unico. Con la compartecipazione di Provincia, Comune e Regione questo progetto si può realizzare». Almeno per far fronte all’allarme criminalità, nonostante i proclami e le rassicurazioni del sindaco Merola e della sua giunta rossa.

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