Scuola, la Camera ripristina gli “scatti” cancellati da Letta. Ma riscoppia il caso della “quota 96”
Dopo mesi di polemiche oggi è arrivato il sì definitivo di Montecitorio al decreto legge sugli scatti stipendiali del personale della scuola. Il provvedimento è stato approvato con 416 voti a favore, un contrario e 97 astenuti. Ad astenersi sono stati i gruppi del Prc e di M5S. Con il provvedimento si è impedito che dalle buste paga venisse prelevata la tranche di 150 euro come restituzione degli “scatti” già pagati dal primo gennaio 2013, sono stati ripristinati gli scatti d’anzianità per il 2014 consentendo di recuperare quelli del 2012 e 2013. Viene demandato a un’apposita sessione negoziale il riconoscimento dell’anno 2012 ai fini della progressione stipendiale dei dipendenti della scuola (insegnanti e personale non docente). E, nelle more della conclusione di questa sessione (non oltre il prossimo 30 giugno) al personale interessato è mantenuto il trattamento economico corrisposto nell’anno 2013. Grazie a un emendamento è stata risolta anche la vicenda della richiesta di restituzione delle somme percepite dal personale Ata per mansioni aggiuntive.«Il decreto che proroga gli automatismi di stipendio del personale della scuola, oggi in discussione in aula – ha affermato Mariastella Gelmini, vice capogruppo di Forza Italia alla Camera – non è il primo provvedimento del governo Renzi, come si vuol far credere: sana, in realtà, un “pasticcio” creato dal precedente governo Letta, che con enfasi aveva annunciato l’aumento degli stipendi per il comparto scuola, salvo essere smentito da una nota del ministro dell’economia dello stesso governo, che formalizzava la richiesta di restituzione di 150 euro al mese agli insegnanti e ai tecnici che avevano percepito nel 2013 gli aumenti economici per gli scatti di anzianità maturati nel 2012 e senza che il ministero dell’Istruzione ne fosse a conoscenza. Sanato l’errore commesso dal governo Letta, attendiamo da Renzi proposte concrete sulla scuola». Dal canto suo, Elena Centemero responsabile nazionale Scuola e Università di Forza Italia ha confermato che il provvedimento «è un intervento d’urgenza per porre rimedio a un pasticcio burocratico del governo Letta e della Ministra Carrozza. Gli scatti di anzianità ai docenti furono sbloccati dalla ministra Gelmini per il triennio 2010-2012, utilizzando i risparmi originati dalla finanziaria del 2008. Oggi votiamo il Dl per senso di responsabilità, ma non sono questi gli interventi che ci aspettiamo da chi pone la scuola al centro della sua azione di governo». Nino Bosco del Nuovo centrodestra ha parlato di un «provvedimento che restituisce dignità ai nostri docenti, garantendo la proroga degli automatismi stipendiali del personale della scuola e che soprattutto fa chiarezza sull’inapplicabilità del blocco degli incrementi stipendiali per il 2014». Gli stipendi dei docenti del nostro Paese, ha spiegato, «sono solo al diciassettesimo posto in Europa: una posizione di classifica che non possiamo tollerare ulteriormente e che offende la professionalità e la competenza di quanti, tra mille difficoltà quotidiane, comunque si impegnano in un compito formativo che facile non è».
Nella stessa giornata in cui vengono ripristinati gli scatti, arriva invece lo stop della Ragioneria dello Stato alle coperture del testo unificato che risolve il caso di circa 4mila insegnanti oggetto della cosiddetta “quota 96”, che a causa della riforma Fornero non erano riusciti ad andare in pensione nonostante i requisiti. Per la Ragioneria, infatti, non è “idonea una copertura di oneri certi con economie di entità incerta”. Un altro bubbone imprevisto, per Renzi.