Scontro in rosa nel governo, Giannini contro Madia sulla «staffetta generazionale» nella PA
Maretta nel governo sulla riforma della pubblica amministrazione e dei dirigenti. Da un lato c’è Marianna Madia che spinge sulla necessità di introdurre una formula di prepensionamento dei dirigenti per rimettere in moto il ricambio generazionale negli uffici pubblici con l’assunzione di giovani che rendano più efficiente la macchina pubblica, dall’altro c’è Stefania Giannini che si oppone all’ipotesi di “cacciare” gli anziani per far posto ai giovani. Il ministro della pubblica amministrazione, in un’intervista al Corriere della Sera, è tornata infatti a spiegare i vantaggi della sua riforma: «Va avviato un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e più in generale dei dipendenti vicini alla pensione, per favorire l’ingresso dei giovani. Se in un posto mando in pensione leggermente anticipata tre dirigenti, non devo per forza sostituirli, magari basta prendere un funzionario. Con questa staffetta generazionale riduco, svecchio e risparmio». Madia ha annunciato che si partirà «con la riforma della dirigenza, tra fine aprile e inizio maggio. Non abbiamo ancora deciso lo strumento ma i contenuti sono chiari. In Italia ci sono troppi dirigenti, troppo anziani, che non ruotano e per i quali si è formata una giungla retributiva che non risponde né a criteri meritocratici né a elementi oggettivi». I premi, ha annunciato il ministro, «scatteranno solo a fronte di un evidente miglioramento della performance». Quanto alla possibilità che nel 2014 i premi siano sospesi, «non c’è nessuna decisione in merito. Meglio far partire subito il nuovo sistema di valutazione». Sul prepensionamento, «ci sono dipendenti pubblici che si trovano tra i vecchi requisiti di pensionamento e i nuovi, ai quali potrebbe essere permesso di andare in pensione uno o due anni prima», ha affermato Madia, che ha anche assicurato: «Non intendo assolutamente smontare la riforma Fornero». In merito ai sindacati auspica che «collaborino. Favorire lo sblocco del turn over e la stabilizzazione e l’ingresso di giovani dovrebbe essere un obiettivo comune». Contraria all’ipotesi di prepensionamenti nella pubblica amministrazione per fare spazio ai giovani, in una sorta di staffetta è il ministro dell’Istruzione: «Non amo il collegamento tra chi va a casa e chi entra, un sistema sano non ha bisogno di mandare a casa gli anziani per far entrare i giovani. Per me è necessaria una alternanza costante». Il precariato, ha sottolineato Giannini, «è una deformazione patologica del principio di flessibilità, che va restituito alla sua fisiologicità. Un governo che crede nella flessibilità e non nella sua patologia deve trovare gli strumenti e lo sta facendo».