Renzi incassa il via libera della direzione Pd. E la Pollastrini cita perfino Marine Le Pen
«Non dobbiamo stupire con effetti speciali, ma fare della buona amministrazione. Come Pd abbiamo il compito di riportare le discussioni nella concretezza e nella quotidianità. Se vendiamo alcune caserme e i soldi li mettiamo sulle scuole, questo verrà apprezzato dai cittadini». Così Matteo Renzi alla fine della direzione nazionale, nella relazione conclusiva, approvata con 93 sì. 12 no e 8 astenuti, dove ha chiesto il via libera sulla riforma del Senato, della riforma del lavoro e del titolo V della Costituzione. Una direzione che ha sancito la decisa virata di un partito con un uomo solo al comando. Emblematico il gelo in sala durante e dopo l’intervento dell’esponente di punta dell’opposizione interna, Gianni Cuperlo. Tuttavia, ha ribadito il premier tranquillizzando una parte del Pd, non esiste «che alle europee ci sia il nome del segretario sul simbolo» anche se, ha aggiunto, «io sono sempre stato favorevole a mettere il nome del candidato premier e se non cambio idea ci sarà alle politiche». Renzi ha poi annunciato la proposta di nominare due vicesegretari (Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani) «Non ho intenzione di gestire il partito come avanza-tempo. Se le altre aree hanno voglia di confrontarsi noi siamo pronti. Per questo non presento una ipotesi di segreteria. Lascio a Guerini e Serracchiani di verificare. Se si preferisce aspettare il passaggio di luglio, noi abbiamo disponibilità e nel frattempo andiamo avanti con una struttura di segreteria». Tra gli interventi più critici nei confronti del premier, quello di Francesco Boccia. «La legge elettorale non l’ho votata per motivi noti, ora mi auguro che al Senato quei nodi vengano affrontati. È una responsabilità storica – ha ammonito il presidente della commissione Bilancio della Camera – non si può uscire con una legge che, oltre a far sapere la sera chi ha vinto, era così anche con il Porcellum, rinneghi alcuni principi per cui il Pd è nato». A sorpresa Barbara Pollastrini nel suo intervento ha citato Marine Le Pen. «La nuova sfida politica non è più destra e sinistra, la nuova sfida è tra basso e alto». I 12 voti contrari sono stati espressi da Pippo Civati e dagli esponenti a lui vicini; le 8 astensioni sono arrivate da alcuni esponenti dell’area Cuperlo (oltre allo stesso Gianni Cuperlo anche Nico Stumpo, Davide Zoggia, Alfredo D’Attorre, Guglielmo Epifani, Francesco Verducci, Michela Campana, Barbara Pollastrini). Diversi altri membri della Direzione non hanno invece partecipato alla votazione: tra essi Stefano Fassina, Francesco Boccia e Enza Bruno Bossio.