Pistorius, malore in aula davanti alle foto choc dell’autopsia della fidanzata

10 Mar 2014 20:10 - di Redazione

Per un po’ ha resistito ma, ad un certo punto non ce l’ha più fatta. E alla vista di quelle immagini terribili ha iniziato a vomitare. E’ stata un’udienza pesante quella di ieri al processo a Oscar Pistorius, che ha vomitato in aula quando il medico legale ha mostrato le foto del cadavere della sua fidanzata Reeva Steenkamp, da lui uccisa la notte di San Valentino di un anno fa.
Il processo che finora sembra fatalmente stringere nell’angolo Pistorius, udienza dopo udienza, ha messo in luce, ieri, altre incongruità: il perito ha anche rilevato che la pistola calibro 9 dell’atleta sudafricano ha sparato letali proiettili a frammentazione, fatti per uccidere, e che Reeva aveva mangiato solo due ore prima di morire, cioè intorno all’una di notte, una circostanza che ha messo ulteriormente in crisi la disperata autodifesa del campione sudafricano.
Il medico legale Geert Saayman ha mostrato su uno schermo le foto dell’autopsia, eseguita sul cadavere della ragazza il giorno dopo l’omicidio, con primi piani sulle ferite, le lacerazioni, il volto tumefatto. A qual punto “Blade Runner”, che, fino a quel momento, si era tenuto la testa fra le mani e si tamponava gli occhi con un fazzoletto, ha iniziato ad avere la nausea e ha chiesto un secchio di plastica, nel quale ha vomitato diverse volte dal banco degli imputati, lasciandosi poi andare a singhiozzi e a respirazione irregolare.
La giudice monocratica, Thokozile Masipa, accusata di passività per non aver richiamato all’ordine il difensore di Pistorius, Barry Roux per la brutalità dei suoi controinterrogatori ai teste, si è allora rivolta all’avvocato: «Signor Roux, potrebbe occuparsi del suo cliente? Non capisco bene cosa succede». Il mastino Roux ha risposto: «E’ molto emotivo, non ci si può fare niente». Poi la deposizione del perito è continuata: dei quattro colpi sparati attraverso la porta del bagno che hanno colpito Reeva, almeno tre sono mortali: oltre a quello che l’ha centrata alla testa sulla parte destra, devastando il cervello, anche quelli che l’hanno colpita al gomito destro e all’anca – il quarto, non letale, ha trapassato il palmo della mano sinistra -, perché i proiettili si sono frammentati nel suo corpo con conseguenza devastanti. Oltre che dal piombo, Reeva è stata ferita anche da schegge della porta e delle sue stesse ossa. Pistorius – ha quindi sottolineato il medico legale Saayman – ha utilizzato proiettili a frammentazione, i cosiddetti dum-dum, fatti per uccidere.
La morte, ha quindi detto il perito, non arriva necessariamente subito, e questo è stato il caso di Reeva. Ma un altro elemento – finora inedito – mette in difficoltà la tesi difensiva di Pistorius: nello stomaco della vittima c’erano legumi e formaggio ingeriti non più di un paio d’ore prima della morte: un fatto che, se non troverà nel corso del dibattimento spiegazioni diverse, sembra sbriciolare – unito alle testimonianze dei vicini sul lungo litigio – la dichiarazione di Pistorius secondo cui la coppia andò a dormire, senza discussioni, alle 10 di sera. L’udienza è stata quindi aggiornata ma Pistorius, ancora pallido in volto, è rimasto in aula almeno altri 10 minuti.

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