Per chi è di sinistra oggi è la festa del “genitore 1”, per tutti gli altri c’è il papà…
Il dibattito, su Twitter, ferve. Da destra è arrivata la “provocazione” intelligente, in poco meno di 140 battute: «Per noi oggi è la festa del papà, per quelli di sinistra è la festa del genitore1. La differenza c’è e non è solo nei termini…», scrive Luigi Rispoli. La reazione non tarda a venire: «Io sono di sinistra e per me oggi è la festa del papà. Che faccio, mi sparo?», risponde Claudio Capecchi. E Rispoli: «Allora forse devi ripensare il tuo modo di essere di sinistra». «Hai ragione Luigi, infatti, quando dico di sinistra non penso a questa…», rintuzza l’altro.
Due a due, palla al centro. Ma di sicuro oggi è il giorno ideale per consumare la rivincita culturale sulla sinistra che guarda con la puzza sotto al naso a qualsiasi cosa richiami la famiglia tradizionale, perfino alla definizione di “papà” e “mamma”: soprattutto se si considera che in città “rosse” come Bologna e Milano è stata partorita quella decisione surreale di indicare sui moduli di iscrizione nelle scuole materne il “genitore 1″ e il “genitore 2″, per garantire – si è detto – parità di trattamento tra i due custodi dell’educazione del figlio, ma lasciando a loro la scelta di chi è “1″ e chi è “2″. Poco importa. Quella formula neutra e gelida, immediatamente fatta propria anche dai principali licei romani notoriamente dominati dalla intellighentia snob di sinistra (come il Mamiani) è solo la conferma che quando si passa troppo tempo a discutere nei salotti autoreferenziali alla Jep Gambardella, si finisce per perdere il contatto con la realtà e con quello che pensa la gente normale. Come dimostra la ribellione – che sul web aveva fatto migliaia di proseliti – di una donna di Milano, Barbara Bianchi, che qualche settimana fa aveva postato sul suo profilo Facebook un modulo scolastico su cui aveva sbarrato la dicitura “genitore 1”, introdotta dalla giunta Pisapia, per ripristinare, a penna, la cara vecchia indicazione di “mamma”. «Io non sono il genitore 1! Io sono la mamma!!!», aveva scrittola Bianchi a commento. A Milano, peraltro, proprio ieri la consigliera di Zona 2, Roberta Capotosti, di Fratelli d’Italia, ha ottenuto la firma di tutti i gruppi (anche quelli di sinistra) sotto una mozione che chiede il ripristino della dicitura “papà” e “mamma” nei moduli per l’iscrizione agli asili.
È chiaro che in questi casi l’unico mezzo per ammazzare l’ottusità della burocrazia è il buon senso bipartisan o l’ironia feroce. Come quella di chi, sul web (www.ilsussidario.net) ha modificato così un famoso pezzo di Gianni Morandi: «Quel gufo con gli occhiali che sguardo che ha, me lo prendi genitore 1? Si! La lepre in tuta rossa che corse che fa, me la prendi, genitore 1? Si! Quel canarino si è ferito e non lo lascio qua, me lo prendi genitore 1? Lo prendo se vuoi, così guarirà…».