Marò, Fidanza: l’India non deve partecipare a Expo 2015 a Milano

3 Mar 2014 15:04 - di Sandro Forte

«Con le dichiarazioni del commissario straordinario Giuseppe Sala si apre uno spiraglio sulla non partecipazione dell’India a Expo 2015. Ma, se questo avverrà, non potrà e non dovrà essere per una scelta indiana, ma per una ben precisa presa di posizione del governo italiano che, in qualità di nazione ospitante l’Expo, deve dichiarare l’India nazione non gradita». Lo afferma Carlo Fidanza, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale al Parlamento Europeo. «Qualche settimana fa – ricorda Fidanza – Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale aveva lanciato la proposta dell’annullamento della partecipazione di una nazione che sta trattenendo illegalmente da due anni i nostri marò. Adesso finalmente questa possibilità si fa più concreta. Siamo noi che non vogliamo a casa nostra chi detiene illegalmente i nostri soldati, chi viola il diritto internazionale, chi si fa gioco della nostra dignità nazionale ma pretende di continuare a fare business con gli italiani come se nulla fosse, chi fino a pochi giorni fa ci considerava uno Stato terrorista. Ci aspettiamo dal governo un sussulto di dignità!», conclude Fidanza.
Intanto è da registrare la manifestazione dei delegati dello Yepp, movimento giovanile del Partito Popolare Europeo (che vede al suo interno 57 movimenti giovanili provenienti da oltre 30 Paesi del continente), i quali hanno voluto dimostrare la propria solidarietà ai nostri marò. Durante l’ultima giornata di lavori del Council of presidents, svoltosi a Roma, oltre all’approvazione della risoluzione proposta dai giovani di Forza Italia in supporto dei marò, è stato organizzato un flash mob per chiedere la liberazione dei militari italiani. “Liberate i marò” era il messaggio che si leggeva, in diverse lingue, sui cartelli esposti dai giovani del Ppe. «Ringrazio i nostri colleghi dei movimenti giovanili europei – ha commentato Annagrazia Calabria, coordinatrice nazionale del movimento giovanile azzurro – per aver voluto lanciare, insieme a noi, l’appello per il ritorno in patria dei nostri marò. Siamo tutti cittadini europei ed è giusto che l’Europa si associ all’impegno dell’Italia per i due militari, un impegno che è volto a tutelare il rispetto dei diritti umani».

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