Marino: faremo funzionare l’Acea. Ma l’Autorità apre il terzo procedimento contro la municipalizzata: lede i diritti degli utenti

1 Mar 2014 19:07 - di Redazione

«Io penso che possiamo farla funzionare molto bene, non credo, al di là del referendum popolare, che sia necessario cedere la proprietà dell’acqua, di un’azienda (Acea, ndr) al privato per farla funzionare meglio». Di fronte alla benevola platea di ambientalisti radunati dall’associazione Green Italia nella Capitale, Ignazio Marino sfida il ridicolo. Da poche ore l’Acea è finita nuovamente  nel mirino dell’Autorità per l’Energia che ha avviato un procedimento sanzionatorio per violazione degli obblighi di lettura e messa in servizio dei contatori elettronici. E’ l’ennesimo, salato, “richiamo” per la società capitolina, multata di recente dall’Autorità prima per 517mila euro per non aver rispettato gli obblighi di registrazione delle interruzioni e poi per 150mila per la violazione degli obblighi di trasparenza nel servizio telefonico commerciale. Stavolta sotto accusa finisce il pessimo vizio della municipalizzata di non leggere mensilmente, così come dovrebbe, i famosi contatori elettronici in telelettura, cioè da remoto. Una mancanza che provoca bollette salatissime per i cittadini ai quali, all’improvviso, arrivano, a sorpresa, bollette da migliaia di euro. Ma non c’è solo questo nel cahiers de doléances presentato dall’Autorità all’azienda di piazzale Ostiense.
Il nuovo procedimento, aperto nei confronti di Acea Distribuzione, si riferisce non solo alla violazione degli obblighi di lettura ma, anche, agli obblighi di messa in servizio dei nuovi contatori elettronici.
Le contestazioni riguardano prima di tutto il mancato raggiungimento dell’obiettivo di messa in servizio dei contatori elettronici per almeno il 95 per cento dei punti di prelievo serviti: al 30 giugno 2013, infatti, la società aveva messo in servizio circa 1 milione e 440 mila contatori elettronici, il 90 per cento degli oltre 1,6 milioni di punti di prelievo attivi.
Inoltre, tra i contatori elettronici effettivamente messi in servizio, più della metà non viene letta mensilmente, come previsto dalla regolazione, ma risulta letta con frequenza bimestrale. Inoltre, dai dati comunicati dalla società emerge che al 1° gennaio 2012, per circa il 16 per cento dei contatori elettronici in servizio non è stata acquisita alcuna lettura utile, mentre per il 20 per cento dei contatori le letture andate a buon fine sono state inferiori o uguali alla soglia stabilita dall’Autorità, pari alla metà delle letture che andrebbero effettuate nell’anno.
Queste percentuali di insuccesso nelle letture, pur non configurando una violazione della regolazione, rappresentano pur sempre degli indicatori di inefficienza del sistema di telegestione, che dovrebbe ormai aver ampiamente superato la fase di avviamento ed essere pienamente a regime.
Tra l’altro, si legge nella delibera di avvio del procedimento, «dagli elementi acquisiti non risulta che le condotte contestate siano cessate, con conseguente perdurante lesione dei diritti degli utenti». I tempi per la decisione definitiva non saranno comunque brevi: l’Autorità si è data 150 giorni per l’istruttoria e ulteriori 90 per l’adozione di un provvedimento.
Nel frattempo, la società potrà comunque presentare degli impegni, così come ha fatto per il procedimento avviato nel 2012 e riguardante le cosiddette “bollette pazze”. Gli impegni di quel procedimento sono attualmente nella fase del cosiddetto market test, vengono cioè sottoposti alla valutazione dei soggetti terzi (consumatori, aziende, associazioni) per verificarne la validità: se verranno promossi, Acea non verrà sanzionata.

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