Legge elettorale e riforme istituzionali potrebbero finire su un binario morto
La nuova legge elettorale e il pacchetto di riforme istituzionali che si poggia soprattutto sull’abolizione del Senato rischiano di avere ancora tre settimane di vita per poi finire in un binario morto, come tante volte è accaduto nella politica italiana. Dopo il primo colpo giunto ieri con l’interdizione per due anni quale pena accessoria dopo la condanna penale definitiva, Silvio Berlusconi aspetta con trepidazione l’appuntamento del 10 aprile dinanzi ai giudici di sorveglianza di Milano. I magistrati meneghini dovranno decidere le modalità con cui il Cavaliere dovrà scontare la pena ed escludendo per ragioni di età il ricorso al carcere dovranno affidarlo ai servizi sociali o mandarlo agli arresti domiciliari. Teoricamente Berlusconi non avrebbe molte chance di ottenere i servizi sociali, strumento pensato per chi si è ravveduto e intende avviare un percorso di riabilitazione accompagnato dal giudice di sorveglianza e dagli assistenti sociali. Berlusconi, invece, non si è ravveduto motivando il suo atteggiamento con il rifiuto della sentenza ritenuta ingiusta ed errata, sostenendo che non avendo commesso alcun reato non ha nulla di cui doversi ravvedere. A questo va aggiunta la critica al sistema dei servizi sociali e ai giudici chiamati a valutare la richiesta, oltre al fatto che con i carichi pendenti che ha tendenzialmente non si ottengono i servizi sociali. I fatti, quindi, fanno pensare che a Berlusconi non andrebbero applicate le misure alternative, ma, al contrario, la logica dice che un leader politico con ampio consenso richiederebbe una decisione che sappia essere anche politica, nell’interesse di un paese che non ha bisogno di ulteriori contrasti.
Tutto si deciderà tra qualche settimana ed è probabile che qualsiasi sarà la decisione del giudice di sorveglianza questa avrà conseguenze politiche. Messo alle strette Berlusconi sarà tentato di far saltare il banco, di avviare un duro scontro politico e parlamentare che archivi sia la legge elettorale sia l’abolizione del Senato, puntando al voto nella prossima primavera. Se va ai servizi sociali per il prossimo gennaio avrà finito il percorso riabilitativo, grazie al quale risolverà sia il problema della pena detentiva sia quello della pena interdittiva. Finita la riabilitazione, infatti, i due anni di interdizione si annullano e se – com’è molto probabile – l’Europa gli darà ragione sulla valenza penale della legge Severino e quindi sulla non retroattività, dalla prossima primavera sarà lindo e pinto, pronto ad essere nuovamente candidato premier.
Ecco perché in queste ore da Arcore si alza la tensione e si fa sapere che una donna di casa Berlusconi potrebbe guidare le liste alle europee, colmando il buco di questa tornata elettorale in vista del ritorno in campo del Cavaliere, che nel frattempo potrebbe fare la vittima dei “giudici comunisti” e mettere in difficoltà Renzi sulle riforme.