In Cina neonati “usa e getta”: chiusa la ruota degli esposti, troppi i bimbi abbandonati

17 Mar 2014 19:46 - di Antonella Ambrosioni

In soli due mesi 148 bambini e 114 bambine – un terzo dei quali sotto i 12 mesi di età e tutti con deformità o malattie – sono stati abbandonati. Questo orrore è il “risultato” della politica selettiva della Cina sul controllo delle nascite che aveva indotto il 28 gennaio scorso ad istituire la “ruota degli esposti’” a Guangzhou, l’ex Canton. Il “servizio” permetteva di abbandonare i bambini indesiderati mantenendo l’anonimato. Un’iniziativa contestatissima che ora, per l’alto numero di neonati “usa  getta”,  ha convinto le autorità a chiudere il servizio. Nascere in Cina e per giunta malati è ancora una disgrazia in un Paese dall’economia florida ma che per i piccoli è ancora patrigno. Nonostante gli annunci e l’ “apertura” sul secondo figlio, come si vede, la situazione per i bambini è infernale, inverosimile, inaccetabile.  Tra i bambini abbandonati, alcuni presentano  paralisi celebrale, sindrome di Down e malattie cardiache congenite. Tutti hanno un tasso di sopravvivenza del 91%. Numerosi siti e giornali cinesi, tra cui China Post, si sono a lungo interrogati sulla legittimità della “ruota degli esposti”. A Guangzhou l’orfanotrofio collegato alla “ruota degli esposti» ha una capacità di 1.000 bambini ma dopo l’inaugurazione dell’iniziativa ne ospita 1.121, mentre 1.274 sono stati affidati a famiglie. Da qui la decisione di chiudere la ruota, mentre l’orfanotrofio resterà aperto e continuerà ad accogliere bambini abbandonati portati dalla polizia.

La nuova politica dei “nidi” è stata un correttivo alla legge del figlio unico, che con severe multe e violenze cercava di prevenire nascite indesiderate o superiori alla quota stabilita dagli uffici di controllo sulla popolazione. Questo ha portato molto spesso all’abbandono di bambine. Il fatto nuovo è che nei “nidi” attuali vengono deposti sia bambine che bambini, il che non è certo una consolazione. E questo proprio quando il governo ha deciso di allargare le maglie – a parole- della legge sul figlio unico, permettendo alle coppie in cui uno dei due partner è figlio unico, di avere un secondo figlio. Come attesta Asia News, diverse donne intervistate su questo preteso allargamento della legge hanno dichiarato che esso è inutile: ormai nelle città molte famiglie non ce la fanno a sostenere le spese per la crescita e l’educazione dei figli per cui non pensano per nulla a far nascere un secondo figlio. Diversa è la situazione delle campagne dove, oltre all’abbandono delle bambine, esiste un altro problema: la presenza di secondo e terzi figli, non registrati all’anagrafe per sfuggire alle multe imposte dagli uffici di controllo sulla popolazione. Una popolazione ingente e invisibile. Ma il “libro nero” dell’infanzia in Cina non sarebbe completo se non si segnalasse la piaga del racket dei bambini. Secondo un rapporto diffuso dalla China National Radio, emittente che trasmette in tutto il Paese, ogni anno in Cina scompaiono circa 200 mila bambini. Di questi, solo lo 0,1% viene ritrovato e liberato dalle maglie del racket. Il governo cinese ha annunciato nel novembre scorso  l’intenzione di riformare la legge sul figlio unico, ma è evidente che i lati oscuri rimangono e un politica così punitiva non porta molto lontano sul piano dei diritti.

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