Immigrati pagati e accompagnati in Mercedes per votare alle primarie Pd: spuntano denunce
Non cessano di far discutere i contorni a dir poco opachi delle primarie del Pd di Modena dopo la denuncia contenuta nel documento firmato da quattro cittadini stranieri, tre marocchini e una ghanese, che descrive nel dettaglio quanto accaduto nel contestato seggio di via Padre Candido, dove si sono affollati cittadini stranieri a votare. Nel documento, consegnato insieme a foto e un video al comitato elettorale di Francesca Maletti, la candidata sindaco renziana uscita sconfitta, si leggono pesanti accuse al consigliere Pd Maurizio Dori che viene dipinto come il “capobastone” che ha organizzato il voto in massa degli stranieri, con modalità che di democratico non paiono avere granché. La notizia è subito rimbalzata da Modena Today a tutto il web. Sul sito di Qelsi è pubblicato il documento: «Abbiamo notato che una persona, un consigliere comunale del Pd, organizzava il voto dei cittadini extracomunitari nel seguente modo. Insieme ad alcuni rappresentanti di queste comunità concentrava gli elettori in piazza Cittadella, in un luogo vicino ma appartato rispetto al seggio. Dopodiché, a gruppi di decine di persone, li prelevava insieme ai suoi collaboratori e li accompagnava al seggio utilizzando anche la sua Mercedes. Arrivati al seggio gli elettori venivano sistematicamente muniti della somma occorrente per votare». Pagati per votare, insomma. «Vari i sistemi – si legge – ad esempio con una stretta di mano, attraverso la quale avveniva il passaggio del denaro. Abbiamo anche notato in modo sistematico, specie per quanto riguarda la comunità filippina, che dopo le operazioni di voto gli elettori venivano riuniti nuovamente in piazza Cittadella e in quel contesto consegnavano le ricevute del pagamento del contributo elettorale. In diversi orari sono stati distribuiti generi alimentari, come pizzette e acqua”. Ricordiamo che l’esito della votazione ha incoronato Giancarlo Muzzarelli, del quale Maurizio Dori è conclamato sostenitore.
Ecco spiegata la lunga fila di stranieri al “seggio 2” per votare alle primarie del candidato sindaco, anche considerando la scarsa affluenza negli altri seggi. Le accuse si fanno ancora più pesanti nella parte finale del documento, dove i quattro stranieri testimoni dichiarano: “Nel tardo pomeriggio lo stesso consigliere comunale si è avvicinato e ha cercato un abboccamento con noi, cercando di convincerci a cancellare le foto che avevamo scattato, dicendoci che non avrebbero portato a nulla. E poi provando antimidirci ha detto che era un ex finanziere e che si era occupato di antidroga e antimafia”. Ora la pratica finirà inevitabilmente per coinvolgere il partito nazionale, poiché quella di Modena è la seconda federazione del Pd per iscritti e peso economico. Intanto la a candidata renziana, Francesca Maletti, sconfitta per un pugno di voti, ha annunciato battaglia: «Metterò a disposizione della Commissione di Garanzia il relativo materiale video e fotografico di supporto. Non si tratta di un esposto, non si tratta di una speculazione ma di un atto di chiarezza. Credo sia interesse di tutti chiarire al più presto e accertare le responsabilità». Altrettanto ha fatto il terzo candidato, Paolo Silingardi, distanziato dagli altri due candidati. Risibile la replica di Maurizio Dori sulle pagine di Modena Today: «Un consigliere comunale deve stare in mezzo alle persone. Se il Pd scrive che alle primarie possono partecipare gli extracomunitari, queste persone hanno il diritto sacrosanto di partecipare». Insomma, vorrebbe far credere che pagarli per votare è democrazia, correttezza, nuovismo. Quanto ai passaggi in auto, è patetica la spiegazione: «Queste persone che lanciano accuse non sanno che è democrazia aiutare chi è sprovvisto di automobile. Non nascondo di avere tanti amici nella comunità filippina, così come tra i gruppi di africani, peruviani e russi. È un problema? Cosa deve fare un consigliere comunale?». Una triste storia da primarie Pd. Qualcuno, se vorrà, farà chiarezza.