Dopo che c’è stato Barack… piace anche al Pd il restauro del Colosseo griffato Tod’s

28 Mar 2014 18:54 - di Redazione

È euforico, Dario Franceschini. Perché Obama gli ha detto durante la sua visita romana che occuparsi dei Beni culturali in Italia è un gran bel mestiere. “Lui l’ha capito – dice Franceschini – invece da noi ancora non si è capito bene”. E così, sull’onda dei complimenti del presidente Usa, il nostro ministro ha voluto incontrare l’imprenditore Diego della Valle per informarsi sullo stato di avanzamento del progetto di restauro del Colosseo finanziato dalla Tod’s. Il ministro, riferiscono dal ministero, ha voluto ringraziare personalmente Della Valle per l’impegno che sta sostenendo. “La bellezza dei nostri monumenti e del territorio è condizione fondamentale per il rilancio della crescita – ha detto ancora Franceschini – questo governo ha intenzione di facilitare il coinvolgimento di tutti quegli imprenditori che vorranno, con atti di mecenatismo, prendersi cura delle bellezze italiane”. Così la sinistra capitola dinanzi a un altro tabù: il coinvolgimento dei privati nei restauri delle bellezze italiane non è più un “peccato”, ma una risorsa.

Peccato che quando fu il sindaco Gianni Alemanno ad annunciare l’accordo con la Tod’s si levarono altissimi i lamenti di chi parlava di svendita di un monumento unico al mondo. Oggi, invece, avendo Obama calcato le antiche pietre dell’Anfitetaro Flavio, il Colosseo diventa d’incanto restaurabile anche da un imprenditore. Magie a stelle e strisce. Era la primavera di due anni fa quando Alemanno annunciò che si sarebbe aperto al Colosseo lo storico cantiere griffato Della Valle. Fu sommerso dai ricorsi e da titoli di giornali che parlavano di svendita. Oggi suona tutta un’altra musica e non solo con la complicità di Obama. L’era Renzi comporta anche che si ricordi che Matteo fu il sindaco che affittò Ponte Vecchio a Montezemolo per la festa della Ferrari a Firenze. Guadagnando da quest’iniziativa 120mila euro. Tutto cambia: pecunia non olet anche per la sinistra. Soprattutto se il denaro serve per evitare che altri monumenti seguano la sorte di Pompei, un crollo dopo l’altro…

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