Dal prete dj alla suora canterina: quando la Chiesa è rock (video)

21 Mar 2014 14:10 - di Redazione

Lui si chiama Padre Joseph Antony. Da buon brasiliano ha la musica nel sangue e ha saputo abbinare la passione per la danza con quella per Cristo. Ogni sabato sera, si mette alla console e si trasforma in Dj Zeton. La moda della discoteca della musica cattolica (promossa con l’orrendo termine “cristoteca”) da ballare con maxischermi dove scorrono le parole del Vangelo con immagini di Gesù di Nazareth o altri film religiosi è una moda che si vuole prende piede anche in Italia. In realtà, se ne parla da diversi anni e, ogni tanto, viene rilanciata in Italia come la “scoperta dell’America”. Ma sarebbe meglio dire, dell’acqua calda. Da quando è nato il cristianesimo si è basato sui giovani. Erano giovani tutti o (quasi) i discepoli di Gesù, l’età dei nostri Papa-Boys, era una adolescente Maria quando sposò Giuseppe, come giovani o giovanissimi (San Giorgio, 20 anni, Sant’Agata, 15 anni, Santa Teresa di Lisieux, 24 anni, solo per dirne alcuni) sono stati i grandi testimoni della Chiesa dalle origini ai giorni nostri. Stupisce insomma lo stupore dei laici quando la religione si avvicina ai giovani. In queste ore fa notizia sui Social network, la vicenda di Suor Cristina Scuccia da Cosimo, che nella nuova edizione del talent musicale The Voice, ha impressionato per le sue capacità canore proponendo brani di musica pop e rock internazionale. Presenza che ha suscitato più di qualche perplessità. Come ha scritto lo scrittore cattolico Carlo Climati, autore di saggi sul rapporto tra i giovani e la musica. «Non mi scandalizzo nel vedere una suora che canta in tv – scrive su Fb il collaboratore di Radio Maria – L’importante è che la suora porti anche una testimonianza. Se darà una bella testimonianza forte, controcorrente, ad esempio se parlerà in difesa della Vita nascente o in difesa della Famiglia a The Voice, sarà stata una buona opportunità. Altrimenti, non vedo il senso della sua partecipazione». Suor Cristina, 24 anni, non è la prima religiosa a partecipare a gare canore. Negli anni Ottanta fece scalpore la presenza di Frate Giuseppe Cionfoli, che ebbe anche un fugace successo discografico, prima di lasciare definitivamente il saio per mettere su famiglia. Andò molto meglio (solo nei successi discografici) a Jeanne Deckers, meglio nota come Suor Sorriso, la monaca belga che agli inizi degli anni Sessanta arrivò al primo posto delle classifiche internazionali con il suo brano Dominque. Dopo il successo artistico, seguì la crisi religiosa, l’abbandono della vita religiosa, fino al tragico suicidio nel 1985. Niente di nuovo, insomma. Né la moda della “cristoteca” né la suora al talent show possono dirsi un segno dei tempi o un’apertura inedita della Chiesa. A modo suo, il nesso tra musica e religione era espresso parecchi secoli fa già da Sant’Agostino. «Chi canta prega due volte», diceva il vescovo d’Ippona diventato poi dottore della Chiesa. Tutto questo molto prima di Dj Zeton e di suore e frati canterini.

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