Contrastare il bullismo? Non conviene: la maestra blocca l’alunna violenta e i genitori la denunciano

25 Mar 2014 17:33 - di Valeria Gelsi

Denunciata dai genitori di una piccola bulla, dopo essere intervenuta perché non facesse del male a un’altra ragazzina. È successo a una maestra della zona di Piana Rotaliana, in Trentino. «Sono trasecolata: il dirigente mi ha informata della situazione e mi ha invitata a prendermi un periodo di riposo, allontanandomi dalla scuola, ma io

ho desistito», ha spiegato a l’Adige l’insegnante, che ha vent’anni di esperienza e che per impedire che la vittima venisse aggredita ha bloccato l’altra alunna, guadagnandosi così la denuncia per maltrattamenti da parte dei genitori. «Nel caso in questione posso solo dire che l’alunno manifesta comportamenti scorretti da anni sia nei confronti del corpo docente che dei compagni di classe», ha proseguito la maestra, sottolineando che «è una situazione nota alla famiglia e alla scuola, ma nonostante tutti sappiano nessuno ha adottato misure concrete per arginare o risolvere la situazione, adducendo scuse e di fatto scaricando la responsabilità». Il fenomeno del bullismo è da anni al centro di studi e campagne di prevenzione e recupero, nell’ambito delle quali il ministero dell’Istruzione ha anche attivato il sito smontailbullo.it. Sul portale si trovano indicazioni puntuali su come intervenire e su come riconoscere e valutare le diverse forme di bullismo e ampio spazio è dedicato alle scuole. Oltre alle numerose circolari inviate ai dirigenti scolastici, vi si trovano anche una scheda che è una sorta di questionario di autovalutazione per gli istituti, perché possano capire se «la nostra scuola produce bullismo», e un approfondimento sull’importanza di intervenire perché «il bullismo fa male a coloro che lo subiscono», «a quelli che lo compiono» e «anche a coloro che assistono senza fare niente». Inoltre, ancora sul portale istituzionale, si trova un vademecum contro i luoghi comuni sul fenomeno e anche in questo caso le scuole sono centrali. Si legge, tra l’altro, che «le influenze familiari, sociali, mediatiche sono molto forti, ma anche l’ambiente scolastico ha la sua importanza. Le regole della scuola, il modo con cui gli insegnanti si relazionano con i ragazzi, il dialogo scuola-famiglia, il coinvolgimento dei collaboratori scolastici, la possibilità o meno di affrontare i problemi quando si presentano sono tutti fattori che fanno la differenza». Più avanti è spiegato che la scuola non è «impotente contro il bullismo», che anzi è un luogo d’eccellenza in cui si possono diffondere cultura e metodi di contrasto, fra i quali non compaiono né il fingere che episodi di prevaricazione non si verifichino, né l’invitare a un periodo di riposo quegli insegnanti che, come possono, cercano di evitare il degenerare di situazioni incancrenite.

 

 

 

 

 

 

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