Confedilizia: entro 30 giorni il catasto “zonizzato”. Ma la casa resta schiacciata sotto il tallone del fisco
Dopo l’estenuante balletto su Ici, Imu e Tasi. Dopo la beffa della mini Imu. Tra integrazioni e conguagli, aliquote che cambiano in continuazione, il rebus dell’imposta sui rifiuti, il rompicapo delle rendite catastali da decodificare e l’incubo delle scadenze da rispettare.
Una storia, quella della tassazione del mattone, che sembra piacere moltissimo alla sinistra di casa nostra e che in pochissimo tempo ha aggravato la crisi di un settore che ha sempre costituito un volano per la nostra economia. In Italia costruire case non solo è importante per dare un tetto agli italiani che ancora non ce l’hanno, ma anche perché di tratta di un’attività che non richiede materie prime di importazione ed è ad alto impiego di manodopera. Invece i governi di centrosinistra hanno fatto degli immobili la gallina dalle uova d’oro per tappare le falle nei bilanci della pubblica amministrazione. A un Silvio Berlusconi che toglieva l’Ici, si contrapponeva subito un Mario Monti che metteva l’Imu. In un Paese dove l’80 per cento delle famiglie sono proprietarie della casa in cui abitano, che notoriamente non dà reddito, ci si è inventata prima l’Ici e poi l’Imu. Un salasso che ha finito per azzoppare un settore e bloccare le compravendite. Lo psicodramma della tassazione sugli appartamenti resta un tema caldo, sempre all’ordine del giorno sull’agenda politica. Difficile però, nell’universo tormentato delle imposte sui beni immobili capire che cosa intende fare il nuovo governo: l’unica certezza in materia, infatti, è che a rimetterci, sono sempre e comunque, i contribuenti, mentre Stato ed Enti locali si inventano sigle e fanno il giochino delle tre carte con i redditi delle famiglie.
Una timida schiarita in termini di equità della tassazione, come preannunciato dal presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, a margine di un evento organizzato dalla sua associazione, potrebbe arrivare dalla «riforma delle zone del catasto in base all’omogeneità edilizia». «Abbiamo avuto un incontro con l’agenzia delle entrate sulla riforma del catasto – ha detto Sforza Fogliani – e abbiamo ragione di ritenere che il primo decreto legislativo della delega fiscale, che dovrà arrivare entro trenta giorni, sarà per definire le tipologie edilizie e gli ambiti territoriali per costruire un catasto “zonizzato”; quindi superare le micro aree attuali per creare nuovi ambiti basati sull’omogeneità edilizia». Certamente un indirizzo di segno positivo, definito dal presidente Sforza Fogliani, nel suo commento alle prime mosse del Governo, «buono, ma non sufficiente nei confronti della proprietà».
«L’abbassamento della cedolare sugli affitti è un segnale in controtendenza piuttosto che un’iniezione di risorse – ha sostenuto il presidente di Confedilizia – e di certo non basta a rimettere in moto un mercato che è allo stremo». Per Sforza Fogliani occorrerebbe andare oltre e inserire nella riforma del fisco prevista per maggio «una sensibile riduzione delle imposte, con l’abbassamento dei moltiplicatori delle rendite catastali introdotti da Monti, e imporre un tetto massimo del quattro per mille all’Imu sulle case affittate». Indicazioni precise e un segnale al governo nel momento in cui Renzi dichiara di voler dare un lavoro ai giovani. L’edilizia può fare la sua parte, ma è necessario liberarla dalle ingessature che che stanno asfissiando ogni iniziativa del settore e scoraggiano l’investimento nel mattone.