Arriva la stangata “silenziosa”: benzina e gasolio rincarano nell’indifferenza del nuovo governo
Nuova batosta sugli automobilisti. Con l’aumento dell’accisa scattata oggi chi ha fatto un pieno di benzina ha sborsato 0.24 centesimi al litro in più. «Ancora una volta gli automobilisti vengono spremuti come limoni. Ogni volta che un governo deve reperire risorse, si ricorre all’aumento delle accise, dimenticando che incrementi anche contenuti hanno effetti diretti e indiretti pesanti sul fronte dei prezzi al dettaglio, dell’energia e dell’inflazione».
È la denuncia del presidente del Codacons, Carlo Rienzi. Si tratta, sottolinea l’associazione, «del decimo ritocco al rialzo registrato nel nostro Paese negli ultimi cinque anni». Il Codacons rivolge un appello al governo Renzi affinché venga attuato un provvedimento promesso da oltre dieci anni: un meccanismo che sterilizzi l’aumento dei prezzi dei carburanti evitando che la doppia tassazione accise più Iva si traduca in una stangata eccessiva a fronte di aumenti del petrolio. Critica anche la Coldiretti: in un Paese come l’Italia dove l’88% dei trasporti commerciali avviene per strada, l’aumento delle accise sui prezzi dei carburanti ha un effetto valanga sulla spesa con un aumento dei costi di trasporto oltre che a quelli di produzione, trasformazione e conservazione. «L’accisa sulla benzina – sottolineata la Coldiretti – passa da 728,40 euro per mille litri a 730,80 e quella sul gasolio da 617,40 a 619,80 per mille litri ma secondo alcuni calcoli potrebbe portare nei prossimi giorni i distributori a rivedere i prezzi al rialzo fino a 0,50 centesimi. Se l’effetto diretto sulle famiglie appare contenuto in circa 30 centesimi a pieno per un’auto di media cilindrata, sono più difficili da valutare le conseguenze sull’intero sistema produttivo, sottolinea Coldiretti. «L’aumento dei prezzi del carburante – prosegue Coldiretti – riduce il potere di acquisto degli italiani che hanno meno risorse da destinare ai consumi che sono già particolarmente depressi mentre aumenta i costi per le imprese soprattutto in quei settori dove il trasporto con automezzi con massa complessiva inferiore o pari a 7,5 tonnellate (che non recuperano l’accisa) ha una incidenza rilevante come gli alimentari. L’entrata in vigore dell’aumento delle accise si scontra peraltro con le aspettative di attività produttive importanti per il Made in Italy come la coltivazione di fiori e ortaggi in serre riscaldate dove – conclude Coldiretti – si è ancora in attesa del decreto di attuazione della norma contenuta nel “Decreto del Fare” che rende applicabile l’agevolazione sul gasolio con la riduzione dell’accisa».